20.05.2025
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Economy

«Si devono attrarre nuovi investimenti e far venire i “talenti” a lavorare qui»


Il secondo Forum Incyte sulla Ricerca pone al centro una doppia prospettiva sulle leve strategiche necessarie per valorizzare la ricerca in Italia: capitale economico e umano. Onofrio Mastandrea, Regional Vice President e General Manager Incyte Italia perché sono entrambe fondamentali?
«Sono due facce della stessa medaglia. La ricerca si nutre di innovazione e l’innovazione necessita di investimenti costanti ed eccellenza scientifica. In un’economia globalizzata la capacità di attrarre investimenti è fondamentale per la crescita economica e occupazionale di un paese, specialmente in settori caratterizzati da un’alta propensione all’innovazione tecnologica e da un know-how particolarmente avanzato, come il lifesciences. La capacità di formare, trattenere e attrarre i talenti della futura comunità scientifica è fondamentale».
Il report di Mario Draghi sulla competitività europea ha aperto una discussione sul gap di innovazione che separa l’UE dalle altre regioni del mondo. Di cosa hanno bisogno oggi le aziende per continuare a generare valore per il sistema paese?
«Faccio eco ai messaggi condivisi nel corso del Forum dai colleghi di Farmindustria e Assobiotec. Semplificazione, stabilità e certezza delle regole e aggiungo apertura all’innovazione, che deve essere vista nel lungo termine, come un investimento e non come una spesa. La ricerca è un processo lungo e costoso: sviluppare un farmaco richiede in media un investimento di 2,5 miliardi di euro e un processo che dura fino a 15 anni. Percorso che si complica quando la ricerca esplora aree terapeutiche a elevato unmet need, come nel caso di Incyte, in cui i pazienti hanno disposizione scarse opzioni terapeutiche, o addirittura nessuna. In media le aziende del settore biotech investono in R&S un’elevata percentuale del proprio fatturato, in Incyte l’80 %. Per rendere questi investimenti sostenibili nel tempo, l’ecosistema in cui un’azienda si inserisce è fondamentale».
Incyte focalizza la sua ricerca su aree a cosiddetto elevato unmet need, aspetto che rende il percorso di R&D sfidante. Qual è la chiave per vincere questa sfida e rendere sostenibile la ricerca del futuro?
«Tre parole: mindset, innovazione, alleanza. Nessuna sfida si può vincere senza avere una mentalità aperta, pronta a vedere l’opportunità che si nasconde dietro l’ostacolo. Questo è il motore della nostra crescita e ci ha permesso di portare risposte in aree terapeutiche in cui da anni non si registrava innovazione. E proprio l’innovazione è un altro degli elementi fondamentali per gestire il tema della sostenibilità. Le nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale, hanno il potenziale di rivoluzionare il modo della ricerca in ambito farmaceutico. Ma innovazione non è solo tecnologia, significa anche saper lavorare insieme. Dobbiamo essere aperti a valorizzare le partnership pubblico-privato, nutrire l’ecosistema di start-up, in poche parole, coltivare il paradigma dell’Open Innovation».

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