29.06.2025
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Politics

«Settimana corta alla Camera», la proposta del governo. Ma per molti deputati il venerdì libero «è già realtà»


Ministri e sottosegretari assenti o in ritardo e scranni semivuoti. Succede spesso, di venerdì, nell’Aula di Montecitorio,  quando all’ordine del giorno sono fissate le interpellanze urgenti. 

Una situazione così ricorrente da aver spinto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani — come scritto da Repubblica — ad avanzare una richiesta nel corso dell’ultima capigruppo: spostare a giovedì le interpellanze, in virtù della difficoltà di garantire la presenta di membri dell’esecutivo il giorno successivo. Pur garantendo — e questa è stata la postilla a margine —  la convocazione dell’Aula in casi urgenti o per la discussione generali dei decreti legge.

Ma l’aula è già spesso semideserta il venerdì

La settimana corta dei deputati è, nei fatti, come sottolineano alcuni, «già realtà»: il venerdì molti sono già tornati nei rispettivi territori e i rappresentanti del governo chiamati a rispondere si trovano speso di fronte a un’aula semideserta.

Forse è questo il motivo per cui in Senato, i lavori d’assemblea terminano già usualmente il giovedì (per buona pace del bicameralismo perfetto).

I più vicini al ministro sottolineano, in ogni caso, che si tratta di una «riflessione dettata dalla realtà perché il venerdì mattina non c’è mai nessuno». Presto, però, per dire che questa proposta possa trasformarsi in realtà. Anche perché le vacanze estive incombono e i decreti da convertire non mancano. E forse servirà anche il venerdì.

Il no del M5S: proposta irricevibile

Non è detto, però, che la proposta lanciata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento  metta d’accordo tutti. Se la maggior parte dei gruppi non si è ancora espressa al riguardo, dal Movimento 5 stelle arriva un no netto: «La proposta di Ciriani è irricevibile», spiega Riccardo Ricciardi. «Il giovedì è una giornata dedicata ai provvedimenti in esame e spostare al suo interno le interrogazioni parlamentari comprimerebbe ancora di più il dibattito in Aula; il governo deve rammentare che la nostra è una Repubblica parlamentare. Diminuire lo spazio di dibattito — conclude il capogruppo dei pentastellati a Montecitorio —  in un momento tra l’altro in cui si abusa della decretazione d’urgenza, è inaccettabile». 

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