La lunga fase estiva con l’anticiclone nord africano, che ha portato temperature ben sopra le medie del periodo, ha iniziato a indebolirsi. Ma nonostante assisteremo a una lieve attenuazione del caldo, l’estate non è finita. «Nei prossimi giorni avremo un leggero calo delle temperature e si ritornerà più vicini alle medie del periodo con un aumento dell’instabilità che si farà sentire anche al Centro-Sud. Ma il calo delle temperature non sarà così drastico da portarci direttamente all’autunno, il caldo continuerà a farsi sentire», spiega Manuel Mazzoleni, meteorologo di 3BMeteo.
L’estate non è finita: le previsioni
«Avremo temperature sui 28-31 gradi, non alte come quelle sperimentate, ma comunque ancora dal sapore estivo. Tra giovedì, venerdì e sabato, soprattutto al Centro-Sud, potremmo nuovamente localmente superare i 35 gradi».
Ma a cosa è dovuto il grande caldo sperimentato in questa estate 2024? Secondo Mazzoleni, come confermano i dati, a livello europeo e del bacino del Mediterraneo le estati degli ultimi anni 2000 sono cambiate rispetto a quelle a cui eravamo abituati negli anni 80 e 90.
Masse d’aria roventi dall’Africa
«Sono state almeno tre le ondate di caldo che hanno interessato la nostra penisola e ormai stanno diventando una costante delle ultime estati. Perché l’anticiclone, che fino agli anni 90 portava il bel tempo sull’Italia, quello delle Azzorre, è stato soppiantato dall’anticiclone nord africano che porta masse d’aria decisamente più roventi dal Nord Africa e fa sentire maggiormente il caldo durante le nostre estati. Il tutto accompagnato anche dall’umidità che aumenta la percezione del caldo».
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Gli effetti del cambiamento climatico
Mutamenti che rientrano nel grande quadro del cambiamento climatico secondo cui «tutti i modelli climatici da qui a fine secolo mostrano un trend di aumento delle temperature sul livello del Mediterraneo. — spiega l’esperto — Eravamo abituati alle quattro stagioni divise in trimestri. Adesso si sta notando un ampliamento della stagione estiva a discapito di una riduzione della stagione invernale».
Sempre all’anticiclone nord africano è da ricondurre l’afa notturna, alle così definite notti tropicali. «L’umidità che ristagna nei bassi strati e le temperature elevate contribuiscono al fenomeno delle notti tropicali. L’umidità, anche oltre il 70%, fa percepire al nostro corpo temperature più elevate», spiega il meteorologo.
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