Commenti e retroscena del panorama politico
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Sergio Ramelli «amava l’Italia più di ogni altra cosa, aveva deciso di non tenerselo per sé, di dirlo al mondo senza odio, senza arroganza, senza intolleranza». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio trasmesso durante il convegno «Sergio Ramelli. Il coraggio delle idee» al Palazzo Lombardia di Milano.
«La sua storia ce l’ha raccontata chi lo ha conosciuto, chi ha condiviso con lui la militanza politica, chi ha sperato e pregato per quei terribili 47 giorni di agonia che Sergio potesse risvegliarsi, chi ha pianto quel 29 aprile in cui si è spento e nei giorni successivi, quando persino celebrare il funerale divenne un’impresa, chi ha ricercato incessantemente verità e giustizia, prima e durante il processo, chi in questi anni ha dedicato alla sua memoria una strada, un giardino, chi invece un libro, una canzone, un fumetto, uno spettacolo teatrale», ha continuato la premier. «E quella storia ce l’ha raccontata Anita (Anita Matilde Pozzoli ndr), mamma Ramelli (madre di Sergio Ramelli ndr) che per quei quasi 40 anni ha onorato il suo amato Sergio insegnando dignità e amore infinito».
Santanchè suI saluto fascista: «Non è elemento distintivo di FdI»
La ministra del Turismo Daniela Santanchè dopo un evento al Palazzo Lombardia di Milano organizzato in memoria di Sergio Ramelli ha preso le distanze dalle manifestazioni dell’estrema destra che fanno il saluto fascista. «Non appartengono al nostro movimento politico di Fratelli d’Italia, non è certo il nostro elemento distintivo, niente di tutto questo può essere riconducibile a noi», ha detto la ministra.
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Una piazza intitolata a Ramelli: scoppia la polemica
L’incontro è stato organizzato per ricordare Ramelli, studente di 18 anni ucciso 50 anni fa, durante gli anni di piombo, da esponenti di Avanguardia operaia. Intitolare una via o una piazza di Milano a Sergio Ramelli «sarebbe una cosa buona e giusta, perché sarebbe un superamento dell’odio» e vorrebbe dire «riconoscere il coraggio delle idee di una appartenenza politica che non per questo bisogna ammazzare».
Così la ministra del Turismo Daniela Santanchè a margine di un evento organizzato al Palazzo Lombardia di Milano in memoria di Ramelli.
Sulle contestazioni organizzate contro la decisione di alcuni Comuni di dedicare una via o una piazza a Ramelli, Santanchè ha aggiunto che si tratta di «un grande dispiacere» perché «bisognerebbe studiare quel periodo di storia che è stato pieno di odio e di sangue, in modo tale che non si riviva più». La memoria del militante del Fronte della Gioventù, «dovrebbe essere» collettiva secondo Santanchè.
«Oggi — ha proseguito — 38 città in Lombardia gli hanno dedicato uno spazio. Ramelli andava in giro con un quaderno e non con le armi. Io mi auguro che non ricapitino più quegli episodi e che Sergio Ramelli, pur essendo di una parte, oggi sia di tutti» per «il superamento dell’odio». Con la speranza, ha concluso, che si possano «difendere le idee di tutti senza ammazzare come è stato ammazzato Ramelli a colpi di chiavi inglesi».
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