Sisters è la storia di due sorelle, e come tutte le storie tra sorelle è fatta di sogni, aspettative, progetti e liti. Sì, a volte anche liti. Le sorelle in questione sono Paola e Chiara, “la bionda e la mora” che avevano conquistato mezza Europa con «Vamos a bailar» (era il 2000) ma che poi nel 2013 si erano sciolte lasciando i fan increduli. Dopo 10 anni di rottura, emotiva e lavorativa, sono tornate con Furore insieme, più grandi e sicure di prima e più unite che mai, perché il legame tra sorelle e fratelli è un «bene prezioso». Un libro — «scritto e riscritto» — che parla di loro, dai manga al successo, dalla lite alla pace siglata prima con una reunion con Max Pezzali, poi nel Sanremo del 2023.
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Per noi degli anni ’80 Paola e Chiara erano come una figura mitologica a due teste, c’erano la bionda e la mora. Erano una delle poche nostre certezze, poi tutto è cambiato. Dal giorno alla notte ci siamo trovati orfani della nostra opera lirica preferita e non sapevamo neanche più chi fosse Paola e chi Chiara, perché i capelli erano diventati scuri per entrambe.
Cosa era successo, quale è il motivo che ha segnato la rottura?
«Ovviamente per sapere tutto quello che ancora non abbiamo mai detto vi toccherà leggere “Sisters, La nostra Storia incredibile” — sorridono alla presentazione del loro libro a Roma — ma quello che possiamo con certezza affermare è che quella pausa ci ha fatto bene per diventare due donne ognuna con la propria individualità sia da un punto di vista umano che artistico»
Una carriera segnata, da quando in casa obbligavano i parenti ad ascoltare le loro esibizioni o quando “sgomitavano” per far parte del coro della chiesa. Loro erano certe che avrebbero voluto cantare di fronte a una platea e avevano ragione. Le due sorelle milanesi hanno cominciato la gavetta cantando nei locali, così come tanti colleghi. A scoprirle per primo è stato Claudio Cecchetto, che le ha poi presentate a Max Pezzali e Mauro Repetto, che le hanno prese come coriste negli 883, poi però hanno capito che dovevano camminare da sole con le loro gambe.
«È stato Max a darci l’idea di provarci, continuava a dirci che eravamo brave e così ci siamo lanciate.
La cosa che fa ridere è come gli abbiamo comunicato che non avremo partecipato alla tourneè degli 883. Gli abbiamo spedito un fax, si perché a quei tempi si faceva così, noi non avevamo neanche il numero di Pezzali. Qualche riga per dirgli che avevamo deciso di intraprendere una carriera da sole e per ringraziarlo della fiducia che ci aveva dato e poi alla fine Chiara — che disegna molto bene spiega Paola — ha corredato il tutto con uno schizzo di noi due con la chitarra in mano»
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E lui come la prese?
«Non ha mai risposto… E anche oggi non ne abbiamo mai parlato di quella cosa»
Una carriera la loro che è partita con il botto, Phil Palmer è stato il produttore del primo album (Ci chiamano bambine) e poi il successo, talmente forte che si esibiscono come gruppo di supporto nel tour di Michael Jackson. Ma la strada per un artista non è mai solo in discesa, tanti i momenti difficili e in salita. Il secondo Sanremo non è andato benissimo
«Eravamo stufe di essere chiamate «bambine» quell’etichetta cominciava a irritarci, volevamo rivendicare un posto da adulte nel mondo, dimostrare che avevamo un pensiero e delle idee. L’album “Giornata storica” non va bene. Ma Cecchetto ha avuto un’intuizione geniale: ci disse “fate la dance”. Certo per noi fù un trauma ci piaceva proprio un altro di genere di musica». Ma andò bene, a parte che — spiega Paola — «Cecchetto mi disse che dovevo dimagrire perché ero ingrassata. Per quei tempi aveva ragione — continua il giudice di X Factor — ora per fortuna nessuno ti giudica per il peso»
Poi però nel 2013 arriva la rottura.
«Avevamo bisogno della nostra individualità. Ormai eravamo considerate come una cosa sola, basti pensare che anche gli organizzatori dei concerti ci mettevano addirittura in camera insieme. Nessuno ci vedeva come individue singoli. Diciassette anni in cui noi facevamo tutto insieme, troppo. Sarebbe stato troppo per chiunque»
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Così decidono di separarsi e di cercare ognuna la propria strada…
«Ci siamo dovute reinventare, ed è stato quello il momento di crescita più importante per noi. Adesso siamo felici ed entusiaste dei successi che ognuna di noi ha singolarmente»
Paola ha continuato con la musica, Chiara (che nel frattempo è diventata mora) si è dedicata al cinema e ha scritto anche un libro.
«È stato bello potersi dedicare alla propria passione — ci racconta Chiara Iezzi — io ho sempre amato la recitazione e quindi nel momento in cui dovevo segnare la mia strada mi sono messa a studiare e ho fatto bene. A gennaio, uscirà il film con Andy Garcia, “Under The Stars” in cui ci sono anche io ed è stata un’esperienza unica. Ma anche Mare Fuori per il quale ho ricevuto un premio lo è stata ( nella terza stagione della serie tv la 51enne ha interpretato la mamma di Crazy J e per questo ruolo è stata premiata dal Filming Italy Venice Award ndr). Insomma sono davvero soddisfatta»
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«Non me lo aspettavo eppure è successo, mi hanno scelta. Sono l’unica donna in un branco di uomini, ma sono molto fortunata ci divertiamo molto, siamo quattro sciamannati ma che facciamo questo mestiere quindi siamo molto empatici con i ragazzi. Purtroppo abbiamo il ruolo di bastonatori ma cerchiamo di farlo nel modo giusto»
Ora il progetto Paola e Chiara continua, un libro e altri progetti musicali. Ma c’è anche uno spoiler. Sisters così come è stato con Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, non potrebbe diventare una serie tv?
«Che dire… potrebbe accadere, magari ce lo hanno già proposto… ma non possiamo aggiungere altro»
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