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«Senza continuità fondi del Pnrr a rischio, l’Umbria non lo merita»


Il bilancio dei cinque anni in cui Donatella Tesei ha guidato la Regione Umbria passa necessariamente per uno degli eventi più drammatici, a livello sanitario, che ha sconvolto il mondo, ovvero il Covid. Esploso un anno e una manciata di mesi dopo l’insediamento della governatrice, ha avuto ripercussioni sulla sanità nazionale e, quindi, anche su quella regionale, determinando, tra l’altro, un aumento delle liste d’attesa. Ed è inevitabile che la pandemia venga citata spesso dalla Tesei, che, con la sua squadra, ha dovuto gestire anche ricoveri provenienti da altre regioni.
Dopo la sua elezione, cinque anni fa, non poteva certo immaginare cosa l’avrebbe aspettata…
«In realtà sapevo una cosa: che c’era da fare un lavoro molto duro, perché si tornasse a parlare di Umbria, per rendere la nostra regione protagonista. Da avvocato, tutte le volte che mi trovavo a parlare con dei colleghi, in giro per l’Italia, quando dicevo da dove provenivo, sgranavano gli occhi, perché non c’era quasi la percezione della nostra regione».
Arriva il Covid. Come reagite?
«Nell’estate del 2020, a fronte dei colori attribuiti alle diverse regioni, lanciammo la campagna «Umbria bella e sicura», perché in effetti, nella nostra area, il numero dei contagi era basso. E devo dirle che una delle più grandi soddisfazioni è il riconoscimento, a fine pandemia, del lavoro svolto. Pensi che avevamo malati che venivano a farsi curare da altre regioni».
Lei si insedia dopo che gli scandali hanno scosso il mondo della sanità. Ma è riuscita ad attuare tutte le riforme necessarie in questo ambito?
«Purtroppo no. L’impatto del Covid è stato devastante e abbiamo dovuto mettere in stand by gli interventi ordinari e bloccare le prestazioni. Abbiamo lavorato notte e giorno, per riorganizzare tutta la rete dell’assistenza. Non riuscirò mai a dimenticare le immagini che arrivavano, ad esempio, da Bergamo, con le bare che venivano trasportate dall’esercito. Ma appena è stato possibile ho riorganizzato, tra l’altro, i primariati, che erano fermi da anni».
Ecco, superato il Covid, cosa manca alla sanità?
«Dobbiamo ancora lavorare sulla sanità territoriale, far sì che con le case della comunità, le persone anziane possano trovare l’assistenza che cercano nei pronto soccorso. E, per questo, abbiamo le risorse del Pnrr che devono essere sfruttate».
Uno dei settori sui quali avete investito di più è il turismo. Con che riscontri?
«Se analizziamo l’andamento delle presenze, nel periodo che va dal 2019 al 2024, vede una curva, che ovviamente scende durante il Covid e che, quest’anno, arriva a oltre 5 milioni di presenze (a fronte dei 4,4 milioni del 2019). Su questo ci siamo impegnati molto, per attrarre turisti e far comprendere il valore dei nostri territori».
Merito anche dell’aeroporto…
«Subito dopo il Covid abbiamo lavorato al suo potenziamento e, nel 2023, abbiamo superato il mezzo milione di passeggeri. Pensi che siamo stati il secondo scalo d’Europa quanto a crescita. Grazie ai Fondi di sviluppo e coesione, resi possibile dall’accordo con la presidente del consiglio, Meloni, questo aeroporto crescerà ancora: il mio obiettivo, infatti, è di far sì che si arrivi ad un milione di passeggeri».
C’è un assessore che vorrebbe assolutamente con sé, in caso di rielezione?
«Sono sincera: tutti si sono impegnati al massimo e non abbiamo mai avuto contrapposizioni che ostacolassero il nostro lavoro. Non mi sento di farle un nome, perché l’impegno è stato corale».
Ha sentito il ministro Salvini?
«Se l’ho sentito? Diciamo che lo stresso molto…Lui ha la responsabilità delle infrastrutture, che per noi sono fondamentali. Purtroppo, l’Umbria non è collegata bene, ma da questo punto di vista l’Anas, ad esempio, ha investito un miliardo sulle strade. Bisognerà lavorare ancora molto sui treni. Penso, tanto per farlo un esempio, alla stazione Medio Etruria dell’alta velocità: il nostro obiettivo è di far uscire, ancora di più, l’Umbria dal suo isolamento».
A Perugia si è parlato molto di Nodo, in campagna elettorale, lei che idea si è fatta?
«Che è un errore accantonare il progetto e spero che questo venga portato avanti».
C’è un sindaco con cui non c’è stata grande collaborazione?
«La mia porta è sempre stata aperta, al di là dei colori politici. Ho sempre cercato di sostenere i progetti locali, anche quando venivano da amministrazioni di centrosinistra».
Qual è la sua valutazione politica della sfidante, la candidata del centrosinistra, Stefania Proietti?
«Veniamo da mondi diversi ma non voglio assolutamente dare un giudizio. Tra l’altro non c’è solo lei, per il campo extralarge, ma ci sono altri candidati, che rispetto, ma sui quali non voglio dare un parere».
Il mondo cattolico, che avete incontrato ad un recente convegno organizzato dall’Udc, è con lei o Proietti?
«Io sono cattolica, nei fatti. Posso dire che il mio impegno, ad esempio nei confronti delle famiglie, è certificato anche dagli aiuti che abbiamo approvato. Abbiamo messo al centro la vita, tra l’altro. Diciamo che, da quel punto di vista, non ho nulla da dimostrare e questo i cattolici questo lo sanno».
Se dovesse essere confermata, quali impegni prende con i suoi elettori?
«Sono ancora tanti i progetti in piedi, che vanno assolutamente terminati, entro il 2026, come previsto dal Pnrr. Penso agli ospedali da realizzare a quello di Narni Amelia e Terni penso alle case di comunità e, come le dicevo prima, ai collegamenti infrastrutturali. Purtroppo il Covid ci ha costretto a mettere in stand by molti lavori, ma è tempo di completarli».
Ma in famiglia l’hanno incoraggiata?
«I miei due figli mi sono sempre vicini e mi sostengono anche in questa decisione. Del resto anche prima, da avvocato, ero sempre via da casa. Ma la sera mi piace tornare nella mia Montefalco, ed essere accolta dai miei nipoti. La famiglia per me è ancora fondamentale».

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