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Sarah Jessica Parker compie 60 anni, perché Carrie Bradshaw è (ancora) l’icona di stile preferita della tv


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C’è chi ha sognato almeno una volta di essere lei e chi mente. Sarah Jessica Parker ha da poco compiuto 60 anni: è stata lei, nei panni (estrosi e firmatissimi) di Carrie Bradshaw a far capire a Millennial (e financo Boomer) che essere single, almeno sul piccolo schermo, era anche meglio che essere fidanzate/sposate. È stata la prima tra i personaggi delle serie tv a diventare un’icona fashion: anche chi all’epoca era poco più che una bambina ha cercato nei mercatini un tutù rosa come quello della famossa sigla di Sex and the city e oggi, oltre 25 anni dopo, il famoso tubino total black con cui Carrie raggiunge le amiche per un brunch viene ancora indicato dagli articoli di moda come «il look perfetto per l’estate». Noi, ovviamente, non potevamo fare a meno di chiederci: cosa la ha resa un’icona intramontabile?

Il look più low cost di sempre

Come recita l’ormai famosissimo aneddoto, l’iconico tutù della sigla di Sex and the City fu scovato dalla costumista Patricia Field in un cesto delle occasioni di un mercatino second hand a Midtown (oggi forse lo avrebbe trovato su Vinted). Costato solo 5 dollari, è diventato uno dei capi più iconici della storia della tv e quasi 30 anni dopo è stato rivenduto a migliaia di euro. L’intuizione di Field era stata giusta: la sigla fu girata tre volte con tre look diversi, ma alla fine la gonna di tulle (che non è realmente un tutù da ballerine ma una gonna a balze con cintura in raso) vinse, diventando probabilmente il capo più low cost mai indossato da Carrie Bradshaw, quello che lei ancora ricorda con affetto anche dopo aver sfoggiato gli abiti delle maison più famose del mondo. D’altra parte chi, come Carrie, non ha mai «cercato un vestito da 7 dollari da abbinare a un paio di scarpe da 300?»

L’outfit più odiato

Per un capo a cui Sarah Jessica Parker ad oggi non rinuncerebbe, ce n’è un altro che non avrebbe mai voluto indossare. Si tratta, come rivelato dalla collega Kristin Davis nel suo podcast, dell’abito beige del matrimonio di Charlotte con Trey.

Un modello Vera Wang che l’attrice odiava talmente tanto da dare in escandescenza, prendere le forbici e tentare di modificarlo inserendo dei dettagli tartan (Trey, per le nozze, sfoggiava un kilt in onore delle sue origini scozzesi). «Era totalmente impazzita — ricorda Davis — e ancora oggi è arrabbiata per aver dovuto far indossare a Carrie quel vestito». 

L’outfit che abbiamo rischiato di non vedere

Passato alla storia come «il vestito con il quale non si può camminare», il Versace «millefoglie» da sogno che Carrie indossa in un hotel di Parigi poco prima di ricongiungersi con il suo Mr. Big ha rischiato di non apparire mai nella serie. Patricia Field un giorno lo portò sul set esclamando: «Questo è appena arrivato da Parigi e vuole assolutamente comparire nella serie». Lo sceneggiatore Michael Patrick King era basito e si chiedeva — giustamente — come avrebbe fatto Carrie a trasportare un abito così ingombrante da New York a Parigi. Ma la moda conosce ragioni che la ragione non conosce e King cambiò idea: «Pensai che la moda prevale sulla logica», ha raccontato recentemente. E per fortuna. 

I tempi moderni

Sono passati quasi 30 anni e anche Carrie ha attraversato alti e bassi. In molti oggi pensano che il suo personaggio sia al limite della tossicità, che non sarebbe mai dovuta finire con Mr. Big, che lo show oggi sia poco rappresentativo di minoranze e simili (infatti, per il sequel And Just like That sono state fatte scelte diverse sia dal punto di vista del cast che della sceneggiatura). Ma gli outfit, quelli, rimangono. Per analizzare i look di Carrie sono nati profili Instagram, il suo stile viene imitato anche dalle influencer della Gen Z, su TikTok i post con le sue citazioni sono migliaia. Lo storyline è stato imitato innumerevoli volte, in letteratura e anche in tv, vedi, da ultima «Valeria», la serie Netflix ribattezzata un «Sex and the city in versione spagnola». Perché la favola moderna di una ragazza che sbarca a New York, grande metropoli dove il troppo non stroppia mai, inanellando avventure e disavventure (sentimentali e non) circondata — e supportata — dalle sue vere anime gemelle, le sue amiche (citazione) continua a far sognare. 

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