Prima il corpicino di una bambina di pochi mesi trovato nudo tra i rovi. Due ore dopo, a circa duecento metri di distanza, nascosto in un cespuglio, il corpo di una donna in avanzato stato di decomposizione e chiuso all’interno di un sacco nero. Se ci sia un collegamento tra i due cadaveri, ritrovati ieri nel parco di Villa Pamphilj a Roma, è ancora troppo presto per dirlo. Allo stesso modo ancora non si sa se si tratti di una madre e di sua figlia. Le indagini della Squadra Mobile sono in corso e la situazione «è molto complicata», come ha poi spiegato il pubblico ministero Antonio Verdi. Quel che è certo è che ieri nell’area verde, il panico e lo sgomento tra la gente erano totali. La scena che si è presentata davanti agli occhi di chi ha scoperto i cadaveri «è stata orribile», hanno raccontato in molti.
IL PRIMO RITROVAMENTO
Il corpicino nudo e riverso a terra, abbandonato tra le sterpaglie. Le braccia aperte e una gambetta piegata, i capelli castano chiari, quasi biondi. La pelle bianco latte macchiata da ecchimosi scure sulle manine, sui fianchi e sui glutei. È così che intorno alle 17 è stata ritrovata la bambina di pochi mesi, tra i 6 e i 12, dicono gli investigatori che dopo due ore si sono trovati davanti al secondo corpo. Questo però era avvolto in un sacco nero, irriconoscibile perché in parte mangiato dalle larve. A spuntare fuori dalla plastica sono solo un braccio e una gamba. Anche in questo caso la pelle è chiara, il che potrebbe far supporre che si possa trattare di una madre e della sua figlioletta. Ma è ancora presto per dirlo. Gli indizi che hanno gli investigatori sono troppo pochi.Bisognerà aspettare i risultati dell’analisi del dna che verrà fatta su entrambi i corpi, così come anche quelli delle autopsie del medico legale. Chi indaga sta passando al setaccio i registri di tutti gli ospedali romani, così come anche le telecamere di sicurezza presenti nella zona, tra i quartieri di Monteverde e Aurelio. La speranza è che i dispositivi abbiano ripreso la persona o le persone che hanno deciso di sbarazzarsi della donna e della bimba. L’attività degli investigatori è andata avanti per tutto il pomeriggio — con gli esperti della Scientifica in tuta bianca, macchine fotografiche e buste per i reperti — davanti ai tantissimi romani che come ogni giorno affollano l’area verde più grande della Capitale.
L’ALLARME
Sono stati proprio i frequentatori del parco a trovare entrambi i corpi. Intorno alle 17, quello della piccola. Circa due ore dopo quello della donna. Lo stato in cui sono stati ritrovati i corpi però fa pensare che possano essere stati abbandonati in due momenti diversi: quello della bambina era intatto, con la pelle candida. A differenza di quello dell’adulta. Ma il vero dubbio non è tanto quando siano stati abbandonati. È chi li ha abbandonati senza farsi notare? Villa Pamphilj è una delle aree verdi più frequentate della Capitale: piena di persone che vanno lì per fare sport o a bere qualcosa al bistrot non lontano dalle due scene del crimine. Al momento sembrerebbe che nessuno abbia visto nulla. L’unica persona che ha notato «movimenti strani» è Patrizia, una romana di 69 anni, subito ascoltata dagli investigatori, che ieri era al parco con la figlia e i loro cani.
IL RACCONTO
«Intorno alle 18.40 — racconta la donna ancora visibilmente scossa — abbiamo notato una signora di mezza età camminare sul ponte che collega le due parti del parco. Era in stato confusionale, non so se fosse italiana. Sicuro aveva la pelle chiara, i capelli castano chiaro. Indossava un abito lungo e scuro. Camminava a fatica mentre si teneva le mani sulle tempie». Le due hanno provato a fermarla ma non ci sono riuscite. Se la donna possa essere legata ai due omicidi non si sa, però è l’unico «movimento strano» che è stato notato nel parco. Non si può nemmeno escludere che sia collegata solo all’abbandono del cadavere della bambina. Al momento, proprio perché non ci sono sufficienti dettagli, non esistono elementi certi.
INCOGNITE
Ed è per questo che gli investigatori stanno raccogliendo qualsiasi testimonianza. Inclusa quella della signora Patrizia. Teniamo conto di altre informazioni: il parco di notte è chiuso mentre nella zona in cui è stato trovato il cadavere della donna nel sacco non si può arrivare in automobile. Bene, trasportare tra le sterpaglie un cadavere non è semplice, visto il peso e l’impossibilità di usare un veicolo. Si cerca qualsiasi elemento utile che possa fare chiarezza su una storia oscura e drammatica. Che si tratti di un uomo violento che prima ha ucciso la donna poi, giorni dopo ha lasciato sua figlia lì? Perché però coprire la donna e non la bambina? Le domande sono tante. Inoltre, solo quando sarà accertato i tempi della morte della donna, il cui cadavere appariva in avanzato stato di decomposizione, si avranno pezzi del puzzle. Troppe domande. E le risposte ancora troppo poche.
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