Un’ottima ripartenza dopo la dura stagione del Covid. Così positiva e inaspettata da sorprendere anche il presidente della Repubblica. «L’Italia — ha spiegato Sergio Mattarella aprendo i lavori dell’assemblea generale di Confcommercio — ha stupito per essersi collocata per crescita economica subito dopo Stati Uniti e Canada nell’ambito del G7, davanti a Francia e Germania». Una rinascita possibile anche per merito dei commercianti. Nel suo intervento, Mattarella ha infatti reso loro onore per i sacrifici e il prezzo pagati durante la pandemia «quando le strade erano deserte i negozi aperti sono diventati presidi della resilienza collettiva e anticipatori della ripartenza».
UNA PALESTRA
Mattarella ha definito il settore una palestra per la legalità, un presidio di libertà ed un termometro dello stato di salute del Paese. Ed ha puntato l’attenzione soprattutto sull’impegno dell’organismo per contrastare criminalità, contraffazione, abusivismo e usura. Fenomeno quest’ultimo, ha ammonito il presidente della Repubblica, che «suscita interrogativi sullo stato di funzionamento del sistema del credito nei confronti dei piccoli operatori».
Mattarella ha anche richiamato le coscienze collettive sulla minaccia che incombe sulle Pmi avvertendo che «sarebbe grave se ci rassegnassimo a un declino degli esercizi di prossimità nei borghi italiani, solo parzialmente surrogabili dalla strategia digitale». Parole particolarmente apprezzate dalla platea di Confcommercio. «La riduzione del numero di negozi di prossimità, negli ultimi undici anni, ha addirittura superato in alcuni territori il 25%» ha ricordato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli affermando che «il rischio di desertificazione commerciale è alla fine una ferita per l’idea di cittadinanza».
Sangalli, che ha chiesto al governo di impegnarsi per tagliare la burocrazia, far decollare il Pnrr, tenere sotto controllo il debito pubblico razionalizzando la spesa e di insistere su riduzione del cuneo fiscale dell’Irpef in modo da sostenere i consumi, ha rivendicato con orgoglio il ruolo di motore del commercio nel Paese.
LA FORZA
«Il terziario — ha calcolato Sangalli — ha creato, tra il 1995 ed il 2023, circa tre milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro. Pochi numeri ma utili per ribadire la centralità delle nostre imprese nel creare nuova occupazione e crescita diffusa». Alla politica, Sangalli ha chiesto maggiore impegno e poche riforme. Ma incisive. «Va delimitato il campo di gioco — ha avvertito il numero uno di Confcommercio — e quindi stesso mercato, stesse regole, amministrative o fiscali che siano. E va dato impulso all’innovazione “sartoriale”, fatta su misura delle imprese». Del resto i consumi sono in crescita e il turismo va a gonfie vele.
Per questo — ha suggerito Sangalli — servono politiche pubbliche che riconoscano appieno la funzione economica, sociale e di innovazione dei servizi di prossimità, nel contesto di un’agenda urbana italiana orientata allo sviluppo sostenibile». Di qui un appello all’Ue perché spinga sulla Global minimum tax, «determinante per raggiungere una giusta tassazione delle grandi multinazionali e delle grandi piattaforme digitali globali». Infine, ancora in tema di fisco, Sangalli ha avuto parole di apprezzamento per la riforma del governo. «Si tratta di un dossier — ha detto il numero uno dei commercianti — che da tempo meritava un ridisegno complessivo con la riduzione del carico impositivo, il contrasto di evasione ed elusione, la semplificazione degli adempimenti, la certezza del diritto. Tuttavia, secondo Sangalli, «il percorso attuativo della riforma deve necessariamente «fare i conti con il sentiero stretto della finanza pubblica».
Alla platea dei commercianti, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha ricordato che sono in dirittura d’arrivo gli incentivi di Industria 5.0, 13 miliardi in crediti di imposta per la transizione digitale e che presto il governo varerà la legge sulla concorrenza.
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