18.05.2025
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Politics

Rai, segnali di apertura M5S per Agnes presidente. Forza Italia: «Così cambiamo la legge»


«Ondeggia M5S sulla Rai, ondeggia molto pericolosamente e si faranno male da soli». Allerta massima al Nazareno, quartier generale del Pd. Dove gli Stati Generali sul servizio pubblico e sull’informazione, che si terranno mercoledì e giovedì al Senato con superstar Barbara Floridia, presidente stellata della commissione di Vigilanza Rai e tanto centrodestra intorno a lei a cominciare dal padrone di casa (La Russa) e dal sottosegretario con delega all’editoria, l’azzurro Alberto Barachini, vengono visti dalla segreteria di Schlein come la prova d’inciucio tra M5S sempre più lontano dai dem e la maggioranza di governo. Un inciucio per scegliere insieme, e contro l’aventiniana Elly, il presidente di garanzia della Rai. Simona Agnes? Le sue quotazioni sono in risalita. Perché il dialogo si sta facendo sempre più fitto tra gli stellati e i melonian-forzisti-leghisti (non è affatto vero che il presidente della Rai ad interim, il leghista Marano, aspiri a diventare presidente vero e proprio: dovrebbe rinunciare a troppo soldi derivanti da altri incarichi) e l’allestimento comune degli Stati Generali, naturalmente a rischio di rivelarsi il solito bla bla a cui partecipano anche esperti di comunicazione, la presentatrice Geppi Cucciari oltre al ministro Giuli e ai vertici della Rai, a Vespa e Floris e via così: ma niente Schlein e niente Pd, viene considerato un po’ da tutti come l’occasione per parlarsi, per dialogare e in prospettiva per sbloccare una situazione finora pietrificata.

SCONGELARE
Il grumo da sciogliere è quello, appunto, della presidenza Rai. Su cui però, come fanno notare i più attenti sismografi dei movimenti radiotelevisivi dentro Viale Mazzini e anche in Parlamento, va registrata un’apertura. Proprio da parte di Floridia che è contiana, che appartiene cioè al M5S sempre più tentato dopo la scoppola ligure e in previsione di un possibile flop del campo largo in Umbria dalle mani libere rispetto al Pd. «L’elezione del presidente Rai? E’ evidente che al momento qualcosa non quadra — dice la numero uno della commissione di Vigilanza — e che il presidente dev’essere condiviso con le opposizioni. Se noi non vogliamo Simona Agnes? Non è che non si vuole la dottoressa Agnes ma è corretto che la maggioranza condivida con l’opposizione la scelta. Serve un dialogo, in commissione non è stato finora possibile e quindi mi sono inventata gli Stati Generali del Servizio Pubblico per provare a parlarci». E poi: «Se votiamo Agnes? Finché non ci sarà un dialogo corretto e definito, in serenità, tra maggioranza e opposizione, non ci muoviamo e non votiamo». Ma ora il dialogo c’è, eccome. E ci sono le esigenze politiche che consigliano di sganciarsi dal Pd.

E c’è un’altra cosa. Molto importante. Di cui è regista Maurizio Gasparri, insieme a Antonio Tajani. Ed eccola: martedì, il giorno prima degli Stati Generali, Forza Italia presenta la sua proposta di legge di riforma del sistema radiotelevisivo e informativo che può incontrare il favore di M5S e di una parte delle opposizioni. Perché, cancellando la legge Renzi che attribuisce al governo la piena facoltà di scelta della governance di Viale Mazzini, riporta al Parlamento, nel solco delle sentenze della Corte Costituzionale, la centralità nella selezione dei membri del Cda del servizio pubblico. Per esempio: non si avrà più un amministratore delegato com’è adesso (Giampaolo Rossi non si preoccupi, perché se andrà in vigore la riforma sarà verso la fine o dopo la scadenza del suo mandato) ma si tornerà alla figura del direttore generale come capo azienda che non fa parte del Cda, di nomina parlamentare, anche se vi partecipa.

E ancora: la proposta forzista contiene norme anti-trust molto stringenti nei confronti dei giganti dell’informazione globale e dell’intrattenimento da piattaforme internazionali — i cosiddetti over the top che spadroneggiano tra tivvù, web e pubblicità — e Gasparri come presidente dei senatori forzisti, il capogruppo dei deputati Barelli e il capogruppo in Vigilanza, Roberto Rosso, martedì illustreranno tutto questo. Miele per le orecchie dei contiani? Sì. Ma poi, in cambio, voteranno Agnes, che sta a molto a cuore a Gianni Letta e al partito di Tajani? La politica non vive di automatismi ma di percorsi. E un percorso — fatto di dialogo, di aperture, di incontri culturali prima ancora che politici — sembra essere stato tracciato negli ultimi giorni. L’obiettivo è quello di dare piena funzionalità al servizio pubblico.

POSSIBILE RISULTATO
E chissà se, esclusa la Schlein che si tiene alla larghissima, agli Stati Generali prenderanno parte Tajani (probabile la sua presenza), Salvini (idem) e Conte (sarà la vera sorpresa nel caso si presentasse alle assise a Palazzo Giustiniani e non è affatto escluso), insieme all’ad e al dg Rai, Giampaolo Rossi e Roberto Sergio, ai ministri Giuli e Urso e al sottosegretario Barachini, ad Alberto Angela e a Marcello Veneiani, ad Aldo Grasso e a Monica Maggioni, a Giacomo Lasorella (Agcom) e a Francesco Giorgino e a Roberto Zaccaria e tanti altri. Poi da cosa nasce cosa, dicono i più. Il risultato finale, di tanto sforzo di elaborazione e d’incontro, sarà Agnes?

Mario Ajello

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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