23.05.2025
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Politics

Rai, centrodestra assente. FI non cede su Agnes


L’Aventino di solito lo fa l’opposizione, ma l’Aventino della maggioranza è un inedito interessante. Quando gli Aventini sono due, quello della sinistra nelle aule parlamentari per l’elezione del Cda della Rai e nella commissione di Vigilanza per l’elezione del presidente di Viale Mazzini, e quello del centrodestra in Vigilanza per evitare che Simona Agnes venga bocciata da Pd, 5 stelle e Avs, diventa tutto più strano e più gustoso. Il fatto è questo. La presidente stellata della commissione bicamerale, Barbara Floridia, ha convocato tutti per domani per vedere come sbloccare — ma nessuno tranne Forza Italia e il centrodestra con la Lega che sembra però meno interessata dei suoi alleati — il nodo Agnes. Al momento la soluzione non c’è, perché i due voti mancanti per Agnes ancora non si trovano. Si troveranno? È l’auspicio degli azzurri e degli altri. E del resto per Marcello Foa non si trovarono subito i consensi necessari (servono i due terzi in Vigilanza, dunque un supportino anche da parte delle opposizioni) e poi diventò presidente a Viale Mazzini.

Per ora, lo scenario è un altro. Quello del tutti fuori, del fuoriuscitismo, dell’Aventino doppio e incrociato con il Pd che guida le opposizioni a non partecipare al voto, temendo che partecipando a qualcuno (i contiani) possa scattare l’impulso a votare per Agnes in cambio del Tg3, e con Forza Italia che trascina meloniani e salviniani a disertare la commissione per non far impallinare Agnes e ripresentarla appena si può in condizioni di maggior sicurezza. Che difficilmente ci saranno anche mercoledì prossimo quando la Vigilanza forse si riunirà di nuovo nel vuoto un’altra volta. Evitare il numero legale per non sacrificare Simona. Questa la linea di chi vuole Agnes. Maurizio Gasparri, che è il plenipotenziario azzurro su questa materia, spiega: «Floridia e le sinistre convocano una riunione alla quale dicono subito di non voler andare. Perché dovremmo andarci noi a questa riunione dove chi l’ha promossa non si presenta? Se tu mi inviti a cena a casa tua e non ci sei, io non ci vengo».

IL PROBLEMA
Il ragionamento di Gasparri non fa una piega, effettivamente. Ma il problema resta. E può riguardare anche il centrodestra al suo interno. Non è che la Lega, la quale è tutta contenta perché in attesa della Agnes avrà la presidenza della Rai a interim con il consigliere anziano Antonio Marano (classe ‘56), si sfila dall’Aventino? «Non esiste proprio, siamo tutti compatti nel restare fuori dalla commissione», assicura Gasparri. E aggiunge: «Agnes? Insistiamo su di lei, è la persona giusta per la Rai. Durerà, questa nostra candidatura, del cavallo di Viale Mazzini e non c’ha neppure l’amianto».

Alcuni rumors parlano poi di una via alternativa, ovvero la sotterranea intenzione del centrodestra di prendere tempo per arrivare ad un cambio di nome che incontri il favore delle opposizioni, visto il muro nei confronti del nome indicato finora. Ipotesi smentita però categoricamente non solo da Gasparri ma anche da FdI.

La strategia del centrodestra è quella di prendere tempo, stanare Conte, avere i due voti per Agnes da lui a novembre cioè dopo le elezioni liguri di fine ottobre sperando che il voto stellato in quella regione vada male e che questo possa accentuare l’allontanamento dei contiani dal Pd che già sta avvenendo in vari campi. Il Pd ha fretta di arrivare al voto in Vigilanza così la Agnes si brucia e anche M5S è su questa posizione e Conte insiste a dire — nonostante le speranze forzista per il fatto che è sceso il gelo tra Elly e Giuseppe e che l’intesa da campo largo scricchiola dappertutto — che Agnes non la vota. Un nuovo nome però lo voterebbe (stesso discorso vale forse per la Consulta dove Francesco Saverio Marini è inaccettabile per M5S ma qualcun altro magari andrebbe bene) e il Tg3 per Senio Bonini o per Bruno Luverà (al momento più il secondo del primo) sarebbe il risarcimento. In ogni caso, per Agnes o non per Agnes, il pressing su Conte è intenso.

Quanto a FdI è in imbarazzo, si fa strada la consapevolezza della difficoltà di portare l’ottima Simona alla presidenza ma allo stesso tempo Meloni è la prima a considerare che Forza Italia priva di una rappresentanza importante nella nuova Rai creerebbe problemi dentro l’alleanza. Anche perché FdI ha avuto l’amministratore delegato Giampaolo Rossi, la Lega ha tantissimo e anche un direttore generale non ostile cioè Roberto Sergio mentre a restare a mani vuote sarebbero soltanto i tajanei. Ipotesi inaccettabile. E allora?

I TEMPI
I tempi della soluzione Rai non saranno brevi. Conte deve far passare questa fase, perché adesso — con il percorso costituente del movimento in cui Grillo sta con il fucile puntato contro di lui ed è pronto a denunciare ogni sua eventuale cedevolezza di palazzo — non può permettersi troppi giochi con la destra. Dopo la costituente a metà novembre, dopo il voto in Liguria a fine ottobre nel quale si prevede una pessima performance di M5S e quindi una successiva impennata di polemiche anti-Pd, dopo l’eventuale allestimento degli Stati generali della tivvù che sono tanti cari ai post-grillini (superstar? La Gabanelli) e che la destra non fatica a concedere, il leader stellato potrebbe ammorbidirsi su Agnes (poco probabile, si è troppo esposto contro di lei e anche esageratamente) o su qualcun altro anche se non ci sarà mai nessuno che andrà bene a Schlein come presidente di garanzia.

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