Giovanni Toti, ai domiciliari per corruzione dal 7 maggio scorso, si è dimesso dall’incarico di governatore della Regione Liguria.
Toti si è dimesso, dalla tv alla politica fino alle accuse di corruzione: chi è l’ex governatore della Liguria
A dare la notizia è un comunicato stampa diffuso ai media dalla Regione in cui si legge che la lettera con le sue dimissioni è stata consegnata «all’ufficio protocollo dell’Ente questa mattina alle 10.40 dall’assessore Giacomo Raul Giampedrone» suo fedelissimo «su delega dello stesso Toti». Una notizia annunciata già negli scorsi giorni, dal corriere della Sera, in cui si avvisava che le dimissioni sarebbero arrivate entro la fine della settimana. Ma cosa succede ora? Quali sono le implicazioni giudiziarie e politiche?
La lettera
«Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da presidente della Giunta regionale della Liguria». Inizia così la lettera che l’ex governatore ligure, ha inviato ai vertici regionali dopo sue dimissioni «Oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica» aggiunge Toti. «Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio regionale di approvare l’assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell’ente» conclude.
Implicazioni politiche
Dal punto di vista politico, bisogna fissare ora nuove elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale entro 90 giorni. E Qualche nome già c’è: tra i possibili candidati, l’ex ministro della Giustizia ed esponente Pd Andrea Orlando e il leghista Edoardo Rixi, vice di Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Implicazioni giudiziarie
Dal punto di vista giudiziario, questo passo indietro consentirà all’avvocato di Toti, Stefano Savi, di presentare una nuova istanza per la revoca degli arresti domiciliari, a distanza di oltre due mesi dal primo arresto per corruzione e a pochi giorni dal secondo per finanziamento illecito. Con le dimissioni, l’istanza per la revoca dei domiciliari non avrebbe motivi per non essere accolta, perché senza la carica decade il rischio di reiterazione del reato.
In ogni caso, l’ultima misura potrebbe aver probabilmente sciolto gli ultimi dubbi sulle dimissioni e la nuova strategia difensiva da attuare.
I precedenti
Da quando Toti è ai domiciliari, il suo incarico è stato assunto dal presidente ad interim della giunta ligure, Alessandro Piana della Lega. Sarebbero state alcune dichiarazioni di Piana ad averlo irritato, in particolare quelle che mettono in dubbio la realizzazione del rigassificatore a Vado Ligure, progetto per il quale Toti si è battuto con determinazione. Così come non gli è piaciuta la decisione (pare revocata) degli altri partiti di riunirsi venerdì prossimo, ovviamente in sua assenza forzata, per «analizzare le implicazioni politiche e amministrative e garantire la continuità e l’efficienza nella gestione della Regione». Si sarebbe, inoltre, aspettato più lealtà quando l’ordinanza gli è stata notificata proprio il giorno della manifestazione con cui il centrosinistra chiedeva le sue dimissioni.
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