17.05.2025
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Economy

​«Prospettive sono rosee». Lo spread ai minimi da 3 anni, Fitch alza l’outlook


I mercati sembrano aver indossato gli occhiali rosa sull’Italia. Fitch ha confermato la tripla B ma ha cambiato il giudizio da stabile a positivo, premiando il consolidamento fiscale e gli impegni presi dall’Italia con l’Europa sui conti pubblici. Standard&Poor’s, l’agenzia di rating americana che ha invece confermato il giudizio tripla B sul debito con outlook stabile, e dice chiaramente che «le prospettive di crescita del pil italiano sono rosee». Per Standard&Poor’s l’economia è attesa crescere di circa l’1% nel periodo 2024-2025 rispetto alo 0,2% del decennio precedente alla pandemia. Per l’agenzia, inoltre, l’andamento di fondo dei conti pubblici italiani «sta migliorando». Lo spread intanto è sceso ai minimi di tre anni, a 117,4 punti base, il minimo da tre anni a questa parte. L’inflazione europea è scesa dal 2,2 all’1,7 per cento. Quella italiana marcia a ritmi ancora più ridotti. La Bce sembra aver finalmente capito che il problema non è più il caro-prezzi, semmai il vero rischio è il rallentamento economico. L’impressione è che il ritmo dei tagli possa essere più veloce di quanto immaginato fino a poco tempo fa. L’Italia potrà beneficiare di una riduzione dei costi sugli interessi del debito, il vero fardello. Ma c’è anche la manovra «seria e prudente», per usare le parole del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a rassicurare i mercati. L’Istat ha rivisto l’andamento del Pil a partire dal 2021, aggiungendo alla crescita italiana ben 97 miliardi di euro. Grazie a questa revisione, il deficit di quest’anno è sceso al 3,7 per cento.Il governo ha deciso di non spendere questo inaspettato tesoretto, ma di utilizzarlo per migliorare i conti, portando l’Italia ad avere immediatamente un avanzo primario di bilancio. Il debito pubblico, caso unico tra i grandi Paesi del Vecchio continente, è tornato praticamente ai livelli pre-covid, quelli del 2019. Nei prossimi anni riprenderà marginalmente a salire a causa della coda degli incentivi del Superbonus, come ha ricordato S&P, ma poi dal 2027 riprenderà la sua marcia verso il basso. Con il documento programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles, l’Italia si è impegnata a contenere la spesa pubblica garantendo un aumento medio nei prossimi anni solo dell1,5 per cento. Per farlo, sono stati accantonati alcuni progetti di riforma del sistema pensionistico, come Quota 41. Anzi, il governo ha deciso di andare esattamente nella direzione contraria, innalzando su base volontaria l’età di uscita dal lavoro. La sostenibilità della spesa pensionistica è uno dei capitoli al quale maggiormente guardano i mercati. Anche per questo il governo ha deciso di spingere ulteriormente sugli incentivi alla natalità.

IL PIANO

Inoltre il governo ha inviato a Bruxelles un nuovo dettagliato piano di riforme da attuare una volta che sarà concluso il programma del Pnrr (la scadenza è il 2026). C’è l’impegno a tagliare ulteriormente i tempi della giustizia civile, a una nuova riforma delle carriere della Pubblica amministrazione, a rafforzare gli strumenti della lotta all’evasione. Una domanda che potrebbe, come si dice, sorgere spontanea, è se tutto questo programma non è in qualche modo pro-ciclico, ossia un piano di austerity in un frangente di rallentamento dell’economia.In realtà l’Italia nei prossimi due anni potrà contare sulla spesa del Pnrr, che dovrà essere accelerata (fino ad ora sono stati spesi una cinquantina di miliardi dei 194 che l’Italia deve ricevere da Bruxelles) . Dal 2027 in poi il governo si è impegnato a mantenere un ritmo di investimenti pari a quello degli anni precedenti. La spesa tagliata sarà, è la promessa, solo quella improduttiva. Qual è l’obiettivo di fondo di questa strategia? Ridurre l’impatto del costo degli interessi sul debito abbattendo lo spread con gli altri Paesi. L’Upb ha calcolato che se l’Italia avesse lo stesso spread della Spagna, verserebbe 23 miliardi di interessi in meno. È questa la sfida.

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