25.05.2025
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Politics

poltrona a Bonini solo se Conte dice sì ad Agnes


Salutando i colleghi del Tg3, Mario Orfeo con il suo sapiente sorriso da navigatore di lungo corso, ha detto: «Ora, largo ai giovani». E tutti, ovunque, hanno inteso queste parole così: ora nella roccaforte dell’informazione Rai di sinistra arriverà il relativamente giovane Senio Bonini, che s’è fatto apprezzare a Agorà, a Tg1 Mattina e ora è vicedirettore del Tg1 molto considerato anche da Chiocci, e questo — se così sarà e intanto a Viale Mazzini dove c’è lo scettro del comando la linea è: «Ci vuole tempo e si vedrà» — rappresenterà un passaggio d’epoca. La poltrona storicamente appaltata al Pd si tingerebbe di giallo, il colore di M5S a cui Bonini viene considerato vicino. Ma, appunto, calma e gesso, anche se impazzano nella Roma dei palazzi politici, giornalistici e radiotelevisivi i soliti toto-nomi.

Di fatto c’è che Orfeo, il quale in Rai ha svolto ogni tipo d’incarico: dg, direttore di Tg2, Tg1 e Tg3, per non dire della carta stampata con la guida del Mattino e del Messaggero — dal Tg3 è passato a Repubblica come direttore al posto di Maurizio Molinari e il quotidiano della sinistra è la casa dove è cresciuto professionalmente da capo dello sport, poi della politica e su su. Intanto il posto che Orfeo lascia al telegiornale (mentre nel gruppo di Gedi che comprende Repubblica il presidente John Elkann lascia il posto a Maurizio Scanavino il cui ruolo da ad passa a Gabriele Comuzzo) entra nella spartizione in corso alla Rai che ha appena cambiato governance.

La vulgata è questa: se Conte voterà a favore di Simona Agnes presidente della Rai — e già la prossima settimana la presidente stellata della commissione di Vigilanza vuole convocare i colleghi per il voto — avrà come ringraziamento e come premio da parte della destra la direzione del Tg3. Che i vertici dell’azienda non hanno intenzione di lesinare agli stellati o almeno non coltivano alcuna pregiudiziale negativa. Anzi. Ma il partito di Conte, che pure si è distaccato dal Pd non partecipando all’Aventino nelle aule parlamentari per il voto dei membri del Cda e ha piazzato come consigliere stellato Alessandro Di Majo, ha già detto più volte che non voterà Agnes non considerandola figura di garanzia. E M5S dimostrerà questa sua indisponibilità non partecipando in Vigilanza, quando sarà, allo scrutinio per la presidente esattamente come faranno le altre opposizioni. E del resto, dopo aver bocciato Agnes in Cda con il niet del consigliere Di Majo è improbabile (ma in politica tutto può cambiare da un minuto all’altro e tutto ha un prezzo) che gli stellati si facciano piacere Simona in Vigilanza. E quindi? Nel centrodestra, specie in Forza Italia, impazza la speranza: nei voti successivi, e per effetto di trattative e offerte, Conte potrebbe ammorbidirsi, e votare Simona in cambio dell’ex fortino rosso e kabulista di Sandro Curzi.

TEMPI E MODI

La partita è abbastanza ingarbugliata e non si risolverà a brevissimo. Anche perché, oltre a vedere come va a finire il caso Agnes, a novembre si libereranno due poltrone serie: quella della TgR, più di duecento giornalisti sparpagliati in ogni contrada e collegio elettorale, e quella non leggera di RaiNews24. Il leghista Casarin andrà in pensione dalla TgR. Per il meloniano Petrecca scadrà in mandato nell’all news e questa direzione, nei giochi lottizzatori, pareva essere quella destinata a M5S. Ora le dimissioni di Orfeo cambiano lo scenario. Una cosa è certa: impossibile dare agli stellati sia RaiNew24 sia il Tg3. Quindi? Una delle due poltrone a Conte, e sul Tg3 pare stiano per entrare in campo anche i presunti non lottizzatori del Pd, che a vedersi scippare questo gioiello di casa (così hanno sempre considerato quel tiggì “de sinistra”) non ci stanno proprio. E allora, la ripartizione potrebbe essere questa, ma c’è tempo per modificarla o addirittura capovolgerla: TgR resta alla Lega ma avendo già tantissimo in Rai, e secondo i meloniani anche troppo, può passare a FdI; RaiNews a Bonini; Tg3 ancora una volta (lo scippo contiano del gioiello di casa dem anche a Conte forse parrebbe troppo, come un dito nell’occhio dell’alleato perché ovviamente alleati saranno nelle Politiche 2027 anche se ora litigano) a qualcuno di area dem ma chi? Girandola di nomi: Carlo Fontana, condirettore TgR, Ilaria Capitani reduce da Agorà estate, Elisa Anzaldo — vicedirettrice Tg1 — che ha commosso tutti nell’orazione funebre per David Sassoli, Simona Sala che già ha diretto il Tg3 in giallorosso e adesso guida Radio2 e c’è anche chi azzarda il nome di Monica Giandotti ma forse è troppo presto per lei. L’altro schema, quello a prevalenza stellata, prevederebbe il Tg3 a Bonini o a Bruno Luverà (ora vicedirettore del genere Approfondimenti ma una vita trascorsa al Tg1 con riconosciute capacità professionali), mentre Giuseppe Carboni resterebbe a RaiParlamento. Ma se Conte fa troppo il prezioso sulla Agnes, la destra ha già in mente l’arma micidiale: Tg3 alla leghista Angela Mariella e TgR a FdI. In tutto ciò, il Cdr del Tg3 mette le mani avanti rispetto a tutti gli appetiti che lo riguardano e dice: non vogliamo essere merce di scambio per nuove lottizzazioni. Ma la Rai è la Rai, per fortuna o purtroppo, come tutti sanno.

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