Ci sono due golf. Uno è giocato in condizioni climatiche normali, e a quel punto, quando sono in campo i migliori del mondo, i birdie si susseguono e gli score si abbassano. È quello che al Royal Troon è successo nella mattinata. E ce n’è un altro, giocato in condizioni proibitive, con vento, freddo e pioggia. Senza tregua. È quello che accaduto a chi è sceso in campo al pomeriggio. In questo secondo caso, neppure i migliori del mondo possono fare granché. Si sono visti giocatori usare driver dal tee e da terra e non riuscire ad arrivare in green nei par 4. E allora, in situazioni simili, tutto può accadere. Ne sa qualcosa Shane Lowry, giocatore dalla tecnica sopraffina e di grandissima esperienza. Uno che a casa ha già una Claret Jug vinta nel 2019 e che è stato grande protagonista in Ryder Cup. Nel terzo giro dell’Open Championship partiva da -7 e sul tee del par 3 della 8 il suo score era salito addirittura a -8. Sembrava marciare spedito anche col vento e con la pioggia. Ma il golf è uno sport che si gioca in buona parte nella testa. Ecco allora che un brutto doppio bogey trasformava come d’incanto il bello in brutto, il facile in difficile, l’ovvio nel non scontato. Lowry metteva in fila una serie errori grossolani che lo costringevano a chiudere a +6 di giornata, -1 per il totale, in nona posizione. Nulla di compromesso, per carità. Però restano misteriose le ragioni di un crollo così.
Ora diventa ancora più avvincente la gara per aggiudicarsi il major più antico e affascinante del mondo. Solo 9 giocatori sono sotto par e la classifica è cortissima. In testa c’è Billy Horschel, a -4, grazie al 69 di giornata, ma anche lui ha dovuto faticare per aver ragione del campo, considerate le condizioni atmosferiche. Horschel, 37 anni, è un americano atipico, considerato che gli piace il calcio e che ha una passione sfrenata per il West Ham, al punto da portarne i colori sulla sacca. Però, se parliamo di golf, è uno che ha vinto l’ordine di merito americano nel 2014 e nel 2021 ha trionfato a Wentworth, nel torneo più importane dell’European Tour. Dunque non è l’ultimo arrivato.
Diverso è il discorso per il trentenne inglese Daniel Brown: non fosse stato per il doppio bogey all’ultima buca si troverebbe lui a comandare la classifica. Fino a tre giorni fa, Brown era uno dei tanti giocatori del Tour europeo. Al suo attivo, una sola vittoria, lo scorso anno in Irlanda del Nord, poi più nulla. Anzi: prima del 61° posto la scorsa settima allo Scottish, aveva messo insieme, uno dopo l’altro, 7 tagli mancati e un ritiro. Nessuno avrebbe scommesso una lira su di lui. Invece il buon Brown ha governato campo ed emozioni in maniera impeccabile. Giocando alla grande e mantenendo sempre un contegno encomiabile. Come se non volesse far nulla che potesse rompere l’incantesimo. L’emozione, probabilmente, gli ha giocato un brutto scherzo solo all’ultima buca. Ma ci sta: questo è l’Open Championship, elegge il Champion golfer of the year. Ti cambia la vita, anche economicamente. Non è un torneo come gli altri. Ora Brown si trova a -3, a un solo colpo da Horschel, sognare in grande è ancora legittimo.
Insieme con Brown, troviamo Thriston Lawrence, Sam Burnes (entrambi hanno consegnato uno score di -6, grazie alle condizioni ottimali nelle quali hanno giocato), Russel Henley (-5), Xander Schauffele (-2) e Justin Rose (+2): tutti giocatori molto pericolosi, soprattutto gli ultimi due. Ma attenti a Scottie Scheffler, il numero 1 del mondo è lì, a -2, a due soli colpi dalla vetta. Ha chiuso il giro in par, ma avesse puttato in maniera più decente si troverebbe in ben altra posizione. In ogni caso già adesso fa paura, dovesse domani ritrovare l’antica precisione, sarebbero dolori per tutti gli altri e l’ennesima gioia per lui, che da dicembre a oggi ha vinto ben 7 tornei, Masters compreso.
Infine le note azzurre. Continuano ad essere molto positive la prove di Matteo Manassero e Guido Migliozzi, dopo l’eliminazione di Francesco Molinari. Il duo che ci rappresenterà all’Olimpiade si sta comportando molto bene. Matteo Manassero ha chiuso il giro a -1 e con il +3 si trova in 25ma posizione. Per lui il rimpianto dei due bogey finali, ma va già bene così. Stesso discorso per Migliozzi che grazie al par di giornata ha confermato il +6 totale ed è risalito al 51° posto. Domani potranno affrontare senza particolari ansie l’ultimo giro. La condizione psicologica ideale per far bene e risalire ancora.
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