16.05.2025
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Economy

Pil, la Ue rivede le previsioni la crescita dell’Italia allo 0,7%. Nonostante il rallentamento Roma fa meglio di Francia e Germania


L’Europa torna a vedere la crescita grazie a una ripresa dei consumi privati, ma trattiene il fiato per le avvisaglie di tensioni commerciali all’orizzonte dopo la vittoria di Donald Trump. Le previsioni economiche d’autunno presentate ieri a Bruxelles dal commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni fotografano un aumento del Pil pari allo 0,8% nell’Eurozona (0,9% nell’Ue a 27) per il 2024, mentre si prevede che l’attività economica accelererà all’1,3% e all’1,6% rispettivamente tra 2025 e 2026 (con valori sempre lievemente superiori nell’Ue, a 1,5% e 1,8%).

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Se per l’anno che sta per concludersi la Spagna segnala una forte performance economica con +3% di Pil e la Francia sta a galla con l’1,1%, ben sotto la media europea si piazza la Germania: l’ex locomotiva del continente si avvia ormai verso la recessione per il secondo anno consecutivo con una contrazione dello 0,1% del Pil nei dodici mesi del 2024, stando alle stime aggiornate pure da Bruxelles; Berlino tornerebbe a crescere gradualmente nei due anni successivi con un’espansione dello 0,7% (la previsione era di 1% solo in primavera) e dell’1,3%, rispettivamente. Fa meglio della Germania, quest’anno, l’Italia, anche se per il 2024 l’esecutivo Ue lima le aspettative di crescita del Paese, che passano allo 0,7% rispetto al precedente +0,9%, ma rivede lievemente al rialzo quelle per il 2025 con l’1% e per il 2026 l’1,2%. I dati sono parzialmente difformi rispetto a quelli forniti dal governo nel Dpb, il documento programmatico di bilancio: secondo il governo la crescita per il 2024 si attesta all’1%, e rispettivamente all’1,2% e all’1,1% nei due periodi successivi. Le differenze di calcolo sul Pil — dovute perlopiù a una lenta ripresa dei consumi e allo spostamento in avanti di alcuni investimenti del Pnrr — sarebbero alla base, spiegano a Bruxelles, delle stime divergenti sul deficit e debito in confronto ai conteggi italiani: la Commissione stima che il debito pubblico continuerà a crescere da qui al 2026, dall’attuale 136,3% al 139,3% — più che nelle previsioni del governo, mentre vede una riduzione progressiva del disavanzo che nel 2024 scende al 3,8% e si avvia verso il 3,4% nel 2025 e il 2,9% nel 2026. Gli aumenti attesi sul debito sono «effetto del protrarsi dell’impatto del Superbonus», ha affermato il commissario all’Economia, aggiungendo poi che la misura «è risultata un po’ fuori controllo, e ha avuto un impatto più negativo che positivo».

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Il quadro

Nel quadro complessivo, l’Italia si colloca nella «media europea con un livello di crescita più o meno analogo a quello dell’Eurozona e con una chiara necessità di rafforzare» questo dato, ha affermato Gentiloni. Come? «La medicina immediata credo sia serietà nei conti pubblici e Pnrr: riuscire a mettere a terra le riforme e gli investimenti del Recovery Plan può essere il motore per dare all’Italia, che ha una crescita nella media, un qualcosa in più nel 2025 e nel 2026». Sul fronte dell’inflazione arrivano, invece, «buone notizie; il recupero di potere d’acquisto delle famiglie è in corso»: la pressione sui prezzi al consumo scende infatti al 2,6% dal 6,4% del 2023 — un assist all’allentamento della stretta monetaria da parte della Bce — e continuerà ad attenuarsi nel 2025, al 2,4%, e nel 2026, al 2%. Le elaborazioni si riferiscono a prima delle elezioni Usa, ma una «possibile svolta protezionistica degli Stati Uniti sarebbe estremamente dannosa per entrambe le economie», con ripercussioni specialmente sui Paesi che hanno i maggiori surplus commerciali con Washington cioè «Germania e Italia», ha avvertito l’ex premier.

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