«Oggi no, domani forse. Dopodomani…». In Transatlantico, nei capannelli di forzisti, si cita Giorgio Gaber. Perché anche se nessuno è in grado di prevedere se e quando Pier Silvio Berlusconi deciderà ripercorrere le orme del padre, più d’uno, tra gli azzurri, sospetta che quel momento prima o poi arriverà. «Adesso no, l’ha detto lui stesso. Più avanti, invece…».
Pier Silvio Berlusconi: «La politica? Non escludo discesa in campo. Mio padre lo fece a 58 anni, io ne ho ancora 56»
Pier Silvio Berlusconi: «Non escludo la politica»
Del resto che la tentazione ci sia, e non da oggi, non è un mistero per nessuno. Neanche per Antonio Tajani, nonostante il vicepremier non sia solito intrattenere contatti diretti con il secondogenito del Cav che si occupa per lo più di business tv (quando ha bisogno di parlare con la famiglia, abitualmente, è di Marina il numero che il segretario azzurro compone). E così non stupisce che i due non si siano sentiti neanche ieri, dopo il cancan mediatico sulle ultime uscite dell’ad di Mediaset.
Uscite che pur avendo inevitabilmente portato una certa dose di agitazione – soprattutto per la bocciatura dello Ius scholae, cavallo di battaglia del vicepremier – non hanno stupito i vertici di FI. Da tempo Pier Silvio si confessa «affascinato» dalla politica. Un pallino che il patron di Cologno Monzese pare essere l’unico dei cinque fratelli Berlusconi ad aver ereditato dal padre, dal momento che la primogenita Marina, anche lei indiziata di essere prossima al trampolino di lancio dopo le aperture sui diritti civili e la preoccupazione per le mosse di Trump, ha escluso categoricamente un impegno in prima linea: «Faccio l’imprenditrice», il mantra. Sul fratello, invece, giravano perfino voci di sondaggi, commissionati dalla stessa Mediaset per testare il gradimento di un eventuale impegno politico. Voci che un anno fa, sempre durante la presentazione dei palinsesti tv, fu proprio Pier Silvio a smentire. «Parlare con le persone è stato il mio mestiere per più di 30 anni, perché la tv questo fa. Ma un conto è una grande avventura elettorale, un conto è il sacrificio della vita politica di tutti i giorni…», rifletteva in quell’occasione. Un passo avanti, un passo indietro.
Di certo c’è che una rilevazione lusinghiera di Winpoll, per Berlusconi jr., fu proprio Mediaset a renderla nota, poche settimane dopo i funerali del Cav. Sorpresa (o forse no): «Il 94% del campione – diceva a proposito di Pier Silvio – dichiara di conoscerlo e il 46% di avere fiducia in lui». Un dato che «sale al 68% tra gli elettori di FI, che ritengono che sarebbe un fatto positivo se fosse lui l’erede politico del fondatore del partito azzurro».
GLI OSTACOLI
C’è però un freno non da poco, riflettono i forzisti più vicini a Tajani. Le aziende. Che da potenza di fuoco potenzialmente senza rivali – specie Mediaset – potrebbero anche trasformarsi in ostacolo. Un po’ per il fattore conflitto d’interessi, che tante polemiche attirò al padre, un po’ perché in caso di discesa in campo la gestione andrebbe affidata a qualcun altro. «Ma chi glielo fa fare di mollare tutto, a Pier Silvio, impegnato com’è a creare un polo tv europeo?», si chiede un azzurro di peso. Domande, per ora, senza risposta. E così, nell’attesa di vedere le carte, si soppesano i messaggi inviati al vertice del partito. Quel «nì» allo Ius scholae, i complimenti a Tajani che «se non ci fosse bisognerebbe inventarlo», ma anche le sferzate, «non vuol dire che si possa fare meglio». E soprattutto la richiesta di «rinnovamento», di svecchiare volti e «mentalità».
E poi i segnali a Meloni. L’apprezzamento per il governo «migliore d’Europa», per una premier «giovane, donna, venuta su dal nulla». Così come viene letto in questo senso da qualcuno l’annunciato ritorno in video, «presto», di Andrea Giambruno, ex compagno di Meloni (che ieri festeggiava a pranzo in un ristorante romano). No, scommettono i più dentro FI: Pier Silvio non ha alcun interesse a sparigliare le carte nella maggioranza, né punta a sostituire Meloni. Non ora, almeno. In futuro, qualora il vento che spinge FdI dovesse esaurirsi, anche – perché no – dopo le prossime politiche, chissà. «È un ragazzo che vuole sperimentare», sorride quasi materna Rita Dalla Chiesa, volto Mediaset e deputata azzurra. «Io l’ho visto crescere, di lui e di Marina mi fido». Potrebbe essere lui, il prossimo leader, come lo fu il padre? «Beh, Silvio era Silvio…».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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