15.05.2025
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Economy

«Pesa la crisi dell’auto elettrica». Il mercato “green” in 10 mesi è sceso del 54%


Nuovo stop per Mirafiori. Con il fermo alla produzione di auto, dalla 500e fino ai modelli Maserati, che scatterà dal 2 dicembre al 5 gennaio. Stellantis lo ha comunicato ieri alle organizzazioni sindacali dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi. Lo stop, legato alla crisi del settore e a quello dell’auto elettrica in particolare, fa parte comunque di un accordo siglato nelle scorse settimane in relazione alle festività di fine anno. La ragione, spiega in una nota l’azienda franco-italiana, «è la persistente situazione di incertezza nelle vendite di vetture elettriche in svariati mercati europei che rappresentano il 97 per cento della produzione di Mirafiori e di vetture del settore del lusso in alcuni paesi extraeuropei come Cina e Stati Uniti».

IL QUADRO

Il segmento city car Bev in Europa nei primi 10 mesi dell’anno si è infatti ridotto del 54% rispetto allo stesso periodo del 2023 e, allo stesso tempo in Italia, il mix Bev è su livelli molto bassi intorno al 4%. «Questo non è sufficiente a mantenere una continuità nella produzione. In questo scenario la scelta di produrre la nuova 500 ibrida a Mirafiori, è coerente con la responsabilità sociale del brand».

Il gruppo, in attesa di confermare gli impegni in Italia, getta comunque acqua sul fuoco. In un contesto europeo caratterizzato da una domanda in calo, sovracapacità produttiva e la necessità di riconversione indicata dalla normativa, oltre alla concorrenza asiatica, Stellantis sostiene di essere «fermamente impegnata a garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività e sta lavorando duramente per gestire al meglio e traguardare questa cruciale fase della transizione verso l’adeguamento e l’adozione delle nuove piattaforme tecnologiche».

LA REAZIONE

Oggi a Bruxelles al Consiglio Competitività si occuperà proprio del tema auto. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso presenterà un “non-paper” che l’Italia e la Repubblica Ceca hanno realizzato, e su cui altri governi hanno dato il consenso, per indicare all’Europa la strada per coniugare la politica industriale, la politica sociale e quella ambientale nel settore. Il documento propone di anticipare a inizio 2025 l’attivazione della clausola di revisione del regolamento europeo sulle emissioni di Co2 dei veicoli leggeri, attualmente prevista per il 2026. Il non paper si pone l’obiettivo di riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. Termine e target che non vengono messi in discussione, ma che si ritengono sostenibili e realisticamente raggiungibili solo attraverso una revisione tempestiva del regolamento.

Un altro tema cruciale affrontato dal non paper riguarda la necessità di risorse comuni per sostenere il settore, con l’obiettivo di recuperare competitività sul piano globale, promuovendo un piano di incentivi per i consumatori europei, che siano stabili, continuativi e duraturi nel tempo. Obiettivi che, di conseguenza, implicano un impegno concreto per garantire all’Europa una vera autonomia strategica nelle tecnologie green, a partire dall’approvvigionamento di materie prime critiche indispensabili per la produzione di batterie elettriche e per il consolidamento della filiera industriale del continente.

Inoltre, si evidenzia, sempre nel documento, come il rallentamento nella diffusione dei veicoli elettrici renda complesso rispettare i primi target intermedi previsti dal regolamento, come quello del 15% di riduzione delle emissioni di Co2 entro il 2025. Una clausola che porterebbe a pesanti sanzioni per le aziende non conformi, che potrebbero tradursi in una cifra complessiva tra i 15 e i 17 miliardi di euro nel 2025. Una vera bomba per tutto il comparto.

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