La tempesta finanziaria nelle Borse di mezzo mondo non risparmia nemmeno le criptovalute, che ieri in sole 24 ore hanno perso oltre 300 miliardi di dollari di capitalizzazione, secondo i crypto markets analyst di eToro. Il valore del Bitcoin, la più famosa tra le monete digitali, è sceso sotto quota 55mila dollari, arrivando a perdere in giornata fino al 15%, al livello più basso da febbraio e dopo quella che è stata la sua peggiore settimana dal crollo di Ftx, la big delle cripto andata in bancarotta nel 2022. Ancora più importante il calo registrato dalle altre cripto, Ethereum e Solana, che sono arrivate a perdere rispettivamente oltre il 22% e il 18%.
IL CAMBIO DI ROTTA
Una possibile accelerazione dei tempi per il taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale americana, la Federal Reserve, dovrebbe avere in teoria avere un effetto positivo sulle criptovalute. Una maggiore liquidità fa di solito aumentare gli investitori disposti a tentare di leggere le variazioni dei token. Ma i mercati, visto il calo generale e i timori degli analisti in particolare sull’economia americana e sul settore tecnologico, hanno reagito all’opposto, rifuggendo la volatilità e il rischio da sempre associati al Bitcoin e alle altre valute digitali.
Il calo delle criptovalute, però, va avanti da giorni: almeno tre, in cui si sono persi in tutto, come segnala Forbes, 510 miliardi di capitalizzazione. A pesare in queste 72 ore sono stati soprattutto gli ultimi sondaggi sulle presidenziali americane, che ora danno in lieve vantaggio la candidata democratica Kamala Harris sullo sfidante Donald Trump. Lo scorso 28 luglio, al Bitcoin Conference di Nashville, il candidato repubblicano aveva lodato il Bitcoin paragonandolo «all’industria dell’acciaio di cento anni fa, che ha costruito l’America». Quindi aveva promesso la creazione di una nuova riserva nazionale proprio in Bitcoin, che farebbe degli Stati Uniti «la capitale mondiale» di questo tipo di criptovaluta. Il discorso, in scia con i sondaggi che davano Trump nettamente in vantaggio sul presidente Joe Biden, prima del suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca, avevano fatto salire il valore del Bitcoin oltre quota 71 mila dollari.
La notizia arrivava dopo un anno d’oro per tutte le criptovalute. L’atteso, ma anche controverso, via libera arrivato a metà gennaio dell’americana Securities and exchange commission (Sec), l’ente regolatore che vigila sulle Borse, all’Etf “spot” sul Bitcoin (primo fondo speculativo quotato in Borsa che segue il prezzo attuale di questa valuta) è stato uno spartiacque.
Negli ultimi mesi, poi, la Sec ha approvato diversi Etf spot negoziati in Borsa su Bitcoin ed Ether, che hanno fin da subito catturato tante richieste. Peraltro, lo scorso venerdì, la Cnbc ha riferito che a breve Morgan Stanley avrebbe dato ai suoi 15mila consulenti finanziari la possibilità di proporre Eft spot su Bitcoin ai propri clienti. Una novità assoluta per Wall Street.
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