07.12.2025
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Economy

«Per le stablecoin ok al piano con 10 banche»


«Non siamo dipendenti dalla politica di bilancio» degli Stati. La presidente della Bce Lagarde ha voluto dare la sua chiave interpretativa, rispondendo a una domanda sulle pressioni da parte governativa per ridurre i tassi di interesse ulteriormente o avviare nuovi programmi di acquisto di titoli pubblici per migliorare l’andamento degli spread (in qualche paese) e le condizioni di indebitamento.

Pressioni che si registrano anche negli Usa. Lagarde ha detto che «le banche centrali non si occupano di finanze pubbliche e che tocca ai governi compiere le scelte che rendono l’economia più produttiva».

SLEGATI DAGLI USA

La linea Bce è quella nota: «Continueremo a rispondere in modo flessibile alle nuove sfide che si presenteranno e valuteremo, se necessario, nuovi strumenti di politica monetaria per perseguire il suo obiettivo di stabilità dei prezzi». Nello stesso tempo «è essenziale che altre politiche assumano un ruolo guida nel rafforzare le prospettive dell’Europa e ridurre la vulnerabilità agli choc futuri. Ciò significa creare le condizioni giuste affinchè le fonti di forza economica dell’Europa raggiungano il loro pieno potenziale, in particolare rendendo il mercato unico veramente unico».

«Se la stablecoin denominata in euro rispetta le regole europee ed è ben supervisionata dall’autorità olandese, bene, si tratta di una iniziativa perfettamente legittima». E’ la posizione della presidente Bce Lagarde interrogata sulla decisione di dieci banche europee (Banca Sella, CaixaBank, Danske Bank, DekaBank, ING, KBC, Raiffeisen Bank International, SEB, UniCredit, BNP Paribas) di emetterla.

Lagarde ha aggiunto che dal punto di vista macroeconomico, dal momento che a una unità di stablecoin corrisponde un euro, ciò «non mina il sistema in quanto tale». Dopodiché «qualche volta mi chiedo qual sia il business per le banche del lancio di tali prodotti, ma sono sicura che l’abbiano studiato molto attentamente».

IL CASO DELLA SOCIETÀ BELGA

La Lagarde interviene anche su Euroclear, società belga di servizi finanziari, specializzata nel regolamento delle transazioni in titoli, nonché nella custodia e nel servizio delle attività di tali titoli. «Il nostro obbligo è prima di tutto rispettare il Trattato Ue, poi spetta ai 27 leader decidere se c’è un rischio di instabilità finanziaria perché Euroclear è un nodo fondamentale della rete finanziaria in cui operiamo ed è a rischio. È nostro dovere dirlo. Il secondo obbligo per noi è controllare che la legge internazionale sia rispettata perché è in gioco la fiducia nella nostra regione economica, nella nostra moneta», ha detto la banchiera all’audizione presso la commissione problemi economici e monetari dell’Europarlamento interrogata su motivo per cui la Bce non può avere un ruolo di garante di ultima istanza nell’operazione aiuti a Kiev con l’uso della liquidità maturata con la detenzione degli asset russi immobilizzati dalle sanzioni europee da parte di istituzioni finanziarie Ue, in prevalenza da Euroclear.


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