15.05.2025
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Politics

Papa Francesco sulla democrazia. «Non gode di buona salute»


La democrazia è vista come un cuore infartuato, reso sempre più debole e affaticato. Prossimo a fermarsi. Papa Francesco ieri mattina è volato a Trieste per restare una mattinata con i cattolici delle Settimane Sociali e con loro analizzare la crisi in cui versano i sistemi democratici, a cominciare dalla scarsa affluenza alle urne, come si è visto alle Europee. Bergoglio intravede poi altri malesseri patologici, per esempio il distacco progressivo dei cittadini dalle istituzioni, il progredire dei populismi, l’apatia generale della gente a mettersi in gioco e partecipare al governo della cosa pubblica. Negli unici due discorsi che l’ottuagenario pontefice ha letto con la voce un po’ affaticata, si è lasciato andare ad alcune frasi ad effetto: «Diciamoci la verità: di questi tempi la democrazia non gode di buona salute. Non coincide solo con voto, la bussola è la Costituzione». E ancora. «Le ideologie sono seduttrici. Qualcuno le comparava a quello che a Hamelin suonava il flauto; seducono, ma portano a negarti». Ha poi messo a fuoco certe forme di assistenzialismo nocive, quelle «che non riconoscono la dignità delle persone». L’altro messaggio sui migranti: «Accogliete quelli della rotta balcanica». Per sciogliere un po’ l’uditorio si è concesso anche una battuta: «La prima volta che ho sentito parlare di Trieste è stato da mio nonno. Mi diceva: “Il general Cadorna disse alla Regina, se vuol guardar Trieste la guardi in cartolina”». Nelle prime file all’area congressi c’erano le autorità, i vertici della Cei, amministratori e sindaci: Massimiliano Fedriga, Presidente del Friuli Venezia Giulia, il sindaco Roberto Dipiazza e Philippe Donnet, Ceo di Generali.

L’APPUNTAMENTO

Le Settimane Sociali, avviate a Pistoia ai tempi del Non Expedit, nel 1907, sono arrivate alla cinquantesima edizione, attraversando un secolo e mezzo di storia patria, con qualche interruzione in mezzo, per esempio durante il fascismo. Più che una convention potrebbe essere un laboratorio che prepara il laicato cattolico alla semina pubblica, ma ormai i grandi numeri si sono fatti esigui, così come la loro voce nel panorama politico si è fatta flebile. Forse è anche per questo che Bergoglio sprona a denunciare le storture, a difendere i poveri e gli scartati. «È una forma di carità che permette alla politica di essere all’altezza delle sue responsabilità e di uscire dalle polarizzazioni che immiseriscono e non aiutano a capire e affrontare le sfide».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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