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Pamela Petrarolo e il ritrovamento del fratello (ora ai domiciliari per furto) dopo due anni: «Siamo sollevati ma confusi»


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«Siamo sollevati». Sono state queste le prime parole di Pamela Petrarolo a «La volta buona«. Ospite nel programma di Caterina Balivo, l’ex concorrente del Grande Fratello ha commentato il ritrovamento del fratello Manuel, sparito nel nulla per due anni e ora ai domiciliari con l’accusa di aver rubato un’auto con cui sono state compiute almeno sette rapine.

L’intervista a La volta buona

Una notizia, quella del ritrovamento del fratello, arrivata ieri notte tramite una telefonata. «Immaginate per una mamma che da due anni non vede il proprio figlio essere svegliata in piena notte.

Lei e mio padre hanno pensato al peggio. Mia madre lì per lì ha pensato che fosse uno scherzo, cercava di fare domande ma non aveva risposte. Fino a che ha chiesto di parlare con suo figlio. E così hanno messo il vivavoce in questa macchina e lui ha detto «ciao mamma». Mia madre ha riconosciuto la sua voce», ha raccontato l’ex concorrente del Gf.

Nella telefonata, però, non è stato detto altro. Le notizie dell’arresto sono infatti arrivate dopo, in un articolo del Messaggero. «È stato sconvolgente. Noi conosciamo un Manuel che è un bravissimo ragazzo, ha sempre lavorato. Sapere questa notizia del suo ritrovamento legato a un qualcosa che noi non conosciamo è stato sconvolgente. È tutto confuso, i miei genitori sono sconvolti», ha aggiunto Pamela Petrarolo.

L’appello al fratello

La showgirl ha fatto poi un appello al fratello. «L’ennesimo spavento Manuel, l’ennesima preoccupazione. Sì è vero che mamma ha sentito la tua voce, abbiamo capito che stai bene, ma non sappiamo di più. Io ti chiedo cortesemente di metterti in contatto e dare delle spiegazioni a mamma e papà affinché possano quantomeno conoscere qual è la verità e stare più sereni», ha detto Pamela Petrarolo. «Noi siamo la sua famiglia, noi ci siamo. Mia mamma è molto provata, piange al telefono. Questo è un momento molto difficile per la mia famiglia. Sto vivendo molti sentimenti contrastanti. C’è la gioia di saperlo vivo, siamo sollevati perché lui sta bene. Ma di contro c’è questa notizia che noi non conosciamo perfettamente. Gli errori si fanno, l’importante è che lui si metta nella condizione di farsi aiutare e di prendersi la responsabilità di dire a 35 anni «sì, ho fatto questo, aiutatemi». Se non lo aiutiamo noi che siamo la sua famiglia ma chi lo può aiutare?».

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