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Paga una multa per eccesso di velocità, ma dopo tre anni arriva il pignoramento (senza avviso): «Un incubo senza fine»


VAZZOLA — Paga una multa per eccesso di velocità nel 2022. Tre anni dopo si trova un pignoramento mobiliare con addebito di 188 euro e senza possibilità di effettuare prestiti. «La polizia mi ha detto che si è trattato di un disguido». Ma per Fabiana Antiga, insegnante coneglianese, è un incubo senza fine.

Tutto è iniziato il 25 gennaio 2022, quando la donna è stata fermata dalla polizia locale di Vazzola che le ha notificato una multa per violazione del codice della strada. «Mi sembra di aver superato il limite massimo percorribile in una via di Vazzola, per questo sono stata fermata e multata — racconta l’insegnante -. Dopo la stesura del verbale, gli agenti mi dicono di avere con sè il POS e che se voglio posso effettuare il pagamento immediato. Quindi, per evitare perdite di tempo e togliermi il pensiero, decido di pagare l’ammenda subito con il bancomat». Una multa di 86 euro saldata sul momento, visto che Antiga ha con sè la carta di credito. Il caso sembrava chiuso, ma il 26 giugno 2024 arriva una mail che attesta il contrario.

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CASO RIAPERTO

«Ben due anni e mezzo dopo — continua -, ricevo per posta un decreto ingiuntivo. Arriva da Benevento, dalla società GE.S.A.P., che scopro essere concessionaria del servizio di riscossione coattiva delle sanzioni amministrative per il Comune di Vazzola. Si legge che, siccome, secondo loro, non avrei pagato la multa, devo provvedere a regolarizzare: sanzione più la maggiorazione. Ben 142.45 euro». La donna si mobilita per attestare che la violazione è stata pagata. «Dopo una serie di trafile infinite alla polizia municipale di Cimadolmo, a cui Vazzola si accorpa, sono proprio questi agenti che mi dicono che il «disguido» è nato da un funzionario, perché la persona dell’ufficio di Cimadolmo che avrebbe dovuto comunicare a GE.S.A.P. che la multa era stata pagata ma si è dimenticato di farlo. Aggiungono che ora è tutto a posto, perché lo scontrino che attesta l’avvenuto pagamento c’è ed è in ufficio». Antiga invia comunque alla polizia una mail in cui dimostra lo sgravio del pagamento, in quanto l’ammenda era già stata saldata.

LA BEFFA

Ma la storia non è ancora finita. Ad aprile di quest’anno, all’insegnante arriva una notifica di pignoramento mobiliare con addebito di 188 euro direttamente dalla banca, che ha proceduto a prelevarle il denaro senza avvisarla. «Mi agito, perché oltretutto non c’è modo di capire per nessuno e nemmeno per la banca di che cosa si tratti — continua esasperata Antiga -. Mi vedo così costretta a rivolgermi ad un legale che a seguito di indagini, scopre che si tratta ancora di GE.S.A.P. e della solita multa già pagata». La donna, quindi, si reca ancora una volta negli uffici della polizia di Cimadolmo per mettere un punto a questa situazione. «A seguito di ulteriori verifiche, pare che ancora una volta dall’ufficio di Cimadolmo ci sia stato un altro errore, perché, non è stata mandata la mail a GE.S.A.P. o probabilmente è stata mandata ma un indirizzo mail sbagliato, il GE.S.A.P.S., che non esiste». Una storia che, però, non convince la donna, la quale ora si trova con 188 euro in meno dal proprio conto, l’impossibilità di poter richiedere un prestito per spese personali e la parcella del legale da pagare. «Dal 2022 mi trovo bloccata in questa situazione di cui ormai non ho nemmeno memoria perchè è passato tempo e mai avrei pensato sinceramente di dovermi addirittura rivolgere ad un legale, la cui parcella supera il costo di quello che mi è stato sottratto — conclude la donna amareggiata -. A questo proposito, anche se mai riuscirò a recuperare la somma ingiustamente sottratta, chi mi pagherà le spese legali?». 

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