09.06.2025
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Politics

«Pace in Ucraina, atto finale in Vaticano. E nuove sanzioni a Mosca»


La speranza è che a Roma possa essere suggellata la pace, giusta e duratura, tra Ucraina e Russia. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato dal capo redattore del Messaggero, Ernesto Menicucci, nel corso dell’evento “L’Italia si trasforma — Una sfida Capitale” svoltosi ieri a Villa Miani, a Roma. Tajani ha spiegato che in questa fase dei negoziati tra Kiev e Mosca è giusto che il confronto prosegua a Istanbul, anche se purtroppo «fino ad oggi non si è ottenuto granché».

TRAGUARDO

Quando si arriverà vicino al traguardo, alla fine di una guerra che da oltre tre anni sta causando vittime e distruzione in Ucraina, allora Roma e il Vaticano potranno essere la sede migliore per sancire l’accordo. «Mi piacerebbe che si potesse annunciare il futuro cessate il fuoco tra Russia e Ucraina durante un incontro in Vaticano», ha dichiarato. «La Santa Sede deve essere preservata come interlocutore credibile. Non dobbiamo bruciare l’immagine del Papa e il ruolo del Vaticano per una trattativa che è soltanto all’inizio, ma può essere quello il luogo dove suggellare la pace. D’altronde il discorso iniziale di Papa Leone XIV è stato proprio dedicato alla pace che deve entrare nel cuore degli uomini». Tajani ha rivendicato la centralità che Roma sta avendo sul fronte diplomatico. Nella Capitale si stanno svolgendo gli incontri per la trattativa tra Iran e Stati Uniti sul nucleare.

«Sempre a Roma — ha ricordato il ministro — si riuniranno con il segretario generale della Nato i ministri degli Esteri in preparazione del vertice dell’Aia in cui si dovrà confermare l’aumento delle spese militari». E poi il 10 e l’11 luglio nella Capitale ci sarà la conferenza sulla ricostruzione in Ucraina. Tajani ha osservato: «Sono coinvolte sia istituzioni pubbliche sia private. Questo è un processo già avviato. Ad esempio abbiamo contribuito molto alla manutenzione della rete elettrica. C’è un lavoro che riguarda il futuro, ma anche il presente. Speriamo di arrivare a quell’appuntamento con qualche risultato concreto per il cessate il fuoco. Ma io non sono ottimista in tempi brevi: la Russia ha un milione di soldati in armi che paga il doppio di quanto paga gli operai; l’industria è stata riconvertita nel settore della difesa. Per Putin non sarà semplice fare marcia indietro. Se sarà necessario, dovremo decidere nuove sanzioni per convincerlo che è più conveniente cessare questa guerra».

STABILITÀ

Il ministro ha difeso la linea dell’Italia di mantenimento dei rapporti con Israele perché questo ha consentito di fare entrare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza. Ha spiegato: «Noi abbiamo una posizione di dialogo con Israele, anche se abbiamo condannato fermamente i bombardamenti perché è inaccettabile quello che sta accadendo: troppi morti. Abbiamo detto: fermi, basta bombardamenti, perché ormai la guerra con Hamas è stata vinta. Ma chiudere le relazioni diplomatiche con Israele, come dice qualcuno delle opposizioni, significa che poi quando devi portare a casa i bambini palestinesi il dialogo non c’è. Siamo l’unico paese che è riuscito a far entrare un convoglio delle Nazioni Unite con mezzi donati dall’Italia dentro Gaza — ha aggiunto — e tutto questo lo si fa con la politica. Israele controlla tutto e se non hai un dialogo con loro non ti fanno entrare».

Tajani ha insistito sulla solidità del rapporto con gli Stati Uniti da una parte, e l’Italia e l’Europa dall’altra, nonostante questa fase di trattativa sui dazi. Tajani: «Ma ricordiamoci che il confronto globale è tra democrazie e autocrazie. Bene, gli Stati Uniti e i Paesi europei sono democrazie». In conclusione, Roma ha una nuova centralità nello scenario globale. Ancora: «L’Italia ha riacquistato un posto di primo piano innanzitutto perché siamo credibili: abbiamo un governo stabile. Per un investitore straniero, ma anche per le imprese italiane, è fondamentale. A fine legislatura saremo il governo più longevo della repubblica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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