19.05.2025
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Politics

Open Arms, il pm: «Sei anni a Salvini per sequestro di persona». La difesa: processo politico


«I diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini», dice il procuratore aggiunto Marzia Sabella. È il concetto chiave dell’accusa contro Matteo Salvini. Secondo la Procura di Palermo, il leader della Lega merita una condanna a sei anni di carcere per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Cinque anni fa impedì lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa. È il giorno della requisitoria al processo per il caso Open Arms. Il ministro delle Infrastrutture, quando nel 2019 guidava il Viminale, avrebbe agito «in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani», «abusando dei poteri allo stesso rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza».

La richiesta di condannare il vicepresidente del Consiglio per reati così gravi non ha certo sorpreso la difesa, che a requisitoria ancora in corso contestava già ai magistrati di muoversi «contro la linea politica» dell’esecutivo di allora, ovvero il governo gialloverde di Giuseppe Conte. Nei giorni scorsi era stato proprio il vicepremier a lanciare una previsione: «Rischio fino a quindici anni di carcere per aver difeso i confini italiani».

LA VICENDA

Era l’agosto del 2019 quando la nave della ong spagnola Open Arms rimase 20 giorni ferma davanti a Lampedusa. Furono i magistrati di Agrigento a ordinare lo sbarco d’urgenza dei profughi stremati dal caldo e dalla traversata in mare. Accuse non nuove per Salvini, già imputato a Catania per una vicenda analoga (il caso Gregoretti) che si era, però, conclusa con una sentenza di non luogo a procedere.

I pubblici ministeri di Palermo citano le deposizioni dell’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Giuseppe Di Maio e Danilo Toninelli per rafforzare il concetto che a spingere le scelte di Salvini fu la macchina del consenso elettorale. I suoi provvedimenti «contra ius (contro il diritto)» erano «indubbiamente a vantaggio della propria immagine di politico intransigente nella gestione del fenomeno migratorio». E ancora: «L’innalzamento dei confini non evita i morti, ma semplicemente consente a chi sta dall’altra parte di non vederli e non contarli. Il governo Conte 1 prevedeva di sensibilizzare l’Europa per ottenere un’equa redistribuzione dei migranti — aggiunge Sabella in un passaggio della requisitoria — e il ministro dell’Interno ha ritenuto di poter squilibrare le unità di misura dei beni giuridici in gioco in favore dei porti chiusi, come strumento di difesa dei confini e di pressione sugli Stati membri: di fronte al fallimento di quel sistema si è poi ritenuto non di rivederlo, ma di avventurarsi in atti amministrativamente illegittimi e penalmente rilevanti».

Salvini ha invocato la difesa dei confini, ipotizzando che a bordo della nave potessero esserci terroristi. Sul punto c’è l’affondo dell’altro pm Caologero Ferrara: «Tutti i funzionari, tutti i ministri, tutti i testimoni che abbiamo sentito in questo processo hanno detto di non sapere se a bordo della Open Arms ci fossero stati terroristi, armi, materiale propagandistico. Anche il riferimento ai tentativi di ridistribuzione dei migranti prima del rilascio del porto sicuro non può funzionare: non ci può essere subordinazione del rispetto diritti umani e alla ridistribuzione dei migranti. Prima si fanno scendere i migranti e poi si ridistribuiscono: altrimenti si rischia di fare politica sulla gente che sta soffrendo».

Al contrario chi fa politica, secondo l’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, è proprio la Procura. Così dice in una pausa del processo: «Nel caso Open Arms, a prescindere dalle anomalie della navigazione e dal fatto che c’erano rischi che ci fossero a bordo dei terroristi, sono state adottate delle misure proprio per garantire la tutela e la protezione dei migranti. Adesso, più che analizzare questo aspetto, mi preme rilevare che in questa introduzione è di intuitiva evidenza che il pubblico ministero sta procedendo ad una requisitoria contro il Decreto sicurezza bis, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare».

Ed ancora: «Il pm che ha detto che non voleva essere un intervento contro la politica, nel momento in cui dice che un tavolo tecnico a cui partecipava l’attuale capo della Polizia, le direttive e i decreti sono inaccettabili, intollerabili e in contrasto con i diritti umani, in realtà , sta processando la linea politica di quel governo».

LE PROSSIME UDIENZE

Il processo è stato rinviato al 20 settembre quando prenderanno la parola le parti civili. Il 18 ottobre è prevista l’arringa della difesa di Salvini.

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