Nel 2024 sono nate 4.114 nuove imprese, grazie ai fondi erogati da strumenti come Resto al Sud, Borghi, Imprenditorialità Femminile, Nuove Imprese a Tasso Zero e Smart & Start Italia: il 51 per cento è stato aperto nel Mezzogiorno. A fornire queste cifre, nel corso dell’audizione di ieri davanti la commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica, è stato Bernardo Mattarella, ad di Invitalia, l’agenzia che gestisce questi fondi.
Secondo Mattarella, un uso più adeguato degli incentivi pubblici può limitare gli effetti della denatalità nel nostro Paese: spopolamento, maggiore spesa per pensioni e sanità, minori crescita e competitività del Paese. Infatti ha suggerito di «fare un lavoro come quello che è stato fatto per il Pnrr anche per una parte dei fondi della Coesione», In questo modo si possono «rendere attrattivi i territori, frenare lo spopolamento delle aree interne e del Sud, favorire anche un’immigrazione di ritorno».
Quindi, ha aggiunto Mattarella, «contrastare oggi l’inverno demografico non significa soltanto ridurre i costi futuri per sanità e previdenza, ma soprattutto creare le condizioni per uno sviluppo più equilibrato, coeso e resiliente». I numeri, infatti, sono spietati per un’Italia, che già tra il 2014 e il 2024 ha perso 1,4 milioni di residenti, vede sempre meno giovani entrare nel mondo del lavoro, registra un maggior numero di decessi rispetto alle nascite (in calo del 2,6 per cento rispetto al 2023). Da qui al 2060 — stando alle proiezioni dell’Ocse — «si perderanno circa 12 milioni di persone in età lavorativa, con una riduzione del 34 per cento nella fascia 20-64 anni». Un calore quattro volte superiore alla media dei Paesi più avanzati. Se non bastasse, «il Pil pro-capite potrebbe diminuire del 22 per cento entro il 2060, con una perdita media dello 0,5 per cento annuo».
Mattarella ha già sottolineato la necessità di «snellire e velocizzare gli iter di approvazione» degli interventi e di garantire «una costanza di dotazione finanziaria attraverso la dotazione di un Fondo unico per gli incentivi». E dalla riforma del settore e dal prossimo Libro Bianco sulle politiche industriali potranno scaturire «un modello più razionale, capace di superare la frammentazione attuale e di allineare in maniera più incisiva le misure agevolative con priorità nazionali ed europee».
Facendo un bilancio delle ultime attività, l’ad di Invitalia ha spiegato che «le agevolazioni concesse raggiunte hanno complessivamente oltre 413,3 milioni di euro, con una ripartizione che ha visto il 66 per cento sotto forma di contributi a fondo perduto e il 34 per cento come credito agevolato». Se non bastasse, «nel corso del 2024 sono stati sostenuti 1.500 progetti di imprese giovanili con agevolazioni pari a 157 milioni di euro, di cui 99 milioni a fondo perduto, mentre oltre 2.000 progetti di imprese femminili hanno ricevuto finanziamenti per 193 milioni, con 135 milioni a fondo perduto». Sul fronte del Pnrr, sono stati gestiti 34 accordi quadro per oltre 1,4 milia rdi.
Io NODI
Su questi interventi si affrontano criticità che l’inverno demografico potrebbe far esplodere: la bassa partecipazione delle donne al mondo del lavoro, la disoccupazione giovanile, la fuga dei cervelli fino allo spopolamento. Mattarella ha ricordato che il tasso di occupazione femminile è inferiore di 12,6 punti percentuale rispetto alla media Ue, che nel 2023 «oltre 21.000 laureati tra i 25 ei 34 anni hanno lasciato il Paese», mentre la percentuale dei Neet ha toccato il 15,2 per cento dei giovani.
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