«Non voglio soldi sporchi di sangue sul mio conto». È la motivazione con cui Ole Saeter, punta centrale norvegese classe ’96 che milita nel Rosenborg, ha rifiutato l’offerta arrivatagli dal Maccabi Haifa, squadra che milita nel massimo campionato di Israele e che negli ultimi anni ha affrontato Juventus e Fiorentina nelle coppe europee.
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Raggiunto sul campo di allenamento dalla televisione norvegese TV 2, Saeter non ha usato mezzi termini per spiegare il suo rifiuto: «Era un’offerta che mi avrebbe reso economicamente indipendente. Ma non ho la morale o i valori per rappresentare quel paese. Sarebbe un incubo». 850 mila euro non sono serviti a convincere Saeter a lasciare il Rosenborg, squadra di Trondheim, città natale del giocatore, per trasferirsi in Israele: «Anche se mi offrissero 500 milioni, non mi unirei comunque ad un club israeliano», dice con aria seria ma serena da sotto il suo berretto.
L’offensiva israeliana a Gaza, ora estesa anche alla Cisgiordania, è stata molto criticata in Norvegia. A maggio 2024 il paese scandinavo, insieme a Irlanda e Spagna, ha riconosciuto lo Stato di Palestina; in risposta Israele ha revocato lo status diplomatico a otto rappresentanti norvegesi.
«Le persone lì (a Gaza, ndr) vivono nella paura nelle loro case e nessun denaro può comprare i miei valori», ha aggiunto a TV 2.
Saeter, che ha già segnato 8 gol in 15 partite di campionato, è eleggibile dalla nazionale del Pakistan per la nazionalità del nonno materno. Ha sempre dichiarato di voler giocare per la Norvegia, ma a luglio 2023 ha postato sul suo profilo Instagram una foto con la maglia della nazionale pakistana.
Ole Saeter non è nuovo a dichiarazioni fuori dal coro. L’1 aprile, dopo aver segnato il gol della vittoria contro il Sandefjord, sempre TV 2 gli aveva chiesto come avrebbe festeggiato quella sera. «Con il telefono in una mano e il c***o nell’altra, mi divertirò» la risposta che ha imbarazzato l’intervistatore.
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