Chi di Social ferisce, di Social patisce. Così dopo aver vissuto il pomeriggio prima della gara ad aggiornare i suoi Followers su Instagram, il giorno dopo la sua fatica Gianmarco Tamberi è attaccato a distanza sui medesimi canali. L’argomento delle polemiche non sono i suoi salti, bensì la sua magrezza. Centinaia di post per esprimere un’opinione sullo stato fisico del saltatore marchigiano, fino ad arrivare a un collegamento tra il suo sottopeso e la colica renale di cui ha sofferto. Non c’è freno ai commenti sui Social e così la questione tiene banco anche nella conferenza conclusiva del presidente del Coni Malagò, il quale sul punto è esplicito: «Devono parlare i tecnici, gli scienziati. Tamberi è seguito da persone competenti. Io non mi sento di dare alcun giudizio, tantomeno negativo, su quello che è successo o fare una correlazione e inviterei la gente a non farlo». Nel post gara, Tamberi presentatosi di fronte ai taccuini scuro in volto aveva spiegato i guai fisici, senza entrare nel dettaglio della dieta. Stessa cosa ieri a Casa Italia, dove ha parlato del rinnovo della promessa di matrimonio dopo la fede persa, dell’attaccamento ai colori dell’Italia e degli obiettivi futuri, tra cui Los Angeles 2028 e forse anche Brisbane 2032. L’argomento non è comunque un tabù. A inizio anno Tamberi pesava 82 chilogrammi e mezzo, quando ho cominciato la stagione era sceso a 77,5, mentre un mese fa era arrivato a 76.
LA DIETA
Essendo il portabandiera azzurro alto 192 centimetri il suo peso forma, se non fosse un saltatore in alto, sarebbe anche superiore a quello riportato in inverno. «Arrivo sempre all’appuntamento importante dopo mesi e mesi di dieta estenuante», aveva dichiarato nei mesi scorsi, aggiungendo però un particolare non secondario: «Non vorrei che qualcuno copiasse quello che faccio io per dimagrire. Il mio percorso estremo è seguito da esperti». Come a mettere le mani avanti per evitare di essere un esempio negativo. Ovvio che nel salto in alto più sei leggero più puoi sollevarti in aria, ma il Gimbo visto in azione tra gli Europei di Roma e i Giochi di Parigi era tirato all’osso. Ha fatto discutere anche il risultato di un esame da lui sostenuto nei mesi scorsi, e ovviamente subito reso pubblico sulla rete, dal quale emergeva la presenza nel suo corpo di una massa grassa pari soltanto al 3,3%: «Non è il corpo che vorrei, ma è decisamente quello di cui ho bisogno», aveva postato. Considerando che il limite minimo di grasso necessario per vivere sia il 3% si comprende come il beneficio possa esserci per saltare in alto, ma nella vita quotidiana ci potrebbero essere contraccolpi. Intanto tutta la Fidal si è stretta intorno al suo capitano: «Ci siamo fidati totalmente di quello che Gimbo sa fare. Può essere anche che ci sia un errore nel percorso che fai, ma fino al giorno prima è stato il professionista migliore che io abbia mai conosciuto. Non può essere che il giorno dopo, anche laddove ci sia un errore, diventi uno sprovveduto», ha detto il Presidente Mei. Nel bene o nel male Gimbo sempre protagonista.
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