Economy

«No al taglio delle agevolazioni»


In arrivo una norma, nel Ddl Concorrenza, che sta già mettendo in allarme le casse di previdenza, istituti che gestiscono il welfare e pagano le pensioni ai medici, avvocati, commercialisti, agenti di commercio e nello stesso tempo investono nell’economia reale. Questa disposizione, se venisse approvata, potrebbe abbassare i risparmi sui titoli fiscalmente agevolati dal 10 all’8%, si tratta di investimenti Pir compliant. I titoli fiscalmente agevolati sono quelli nel private market, comprendenti private equity (investimenti in aziende in crescita), private debt (strumenti di debito sottoscritti tramite canali non bancari) e venture capital (attività di investimento capitalistico per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo, innovazione e attrattiva, anche se l’investimento è rischioso). La norma potrebbe consentire il ripristino delle agevolazioni al 10% nel caso in cui le casse dovessero mettere soldi nelle attività più rischiose, appunto quelle di venture capital e proprio per questa natura, pericolosa, lontane dal raggio di azione di questi istituti. Tutti gli investimenti nel private market, per beneficiare della deducibilità, hanno l’obbligo di essere conservati per almeno cinque anni. Quindi per questo periodo sono capitali immobilizzati.

Nel private market qualcuno include anche infrastrutture, real estate e anche commodities (rame, zinco, litio, ferro), i cosiddetti beni reali.

Non è chiaro se la disposizione possa avere natura retroattiva e se dovesse applicarsi al passato, oltre al profilarsi i dubbi di costituzionalità, sarebbe un danno e una beffa al quadrato. Solo i primi tre enti per patrimonio — Enpam con 27 miliardi, Cassa Forense 18 miliardi, Inarcassa 14 miliardi — potrebbero subire una penalizzazione di circa 6-8 milioni in tutto.

Queste nubi si avvicinano alla ripresa delle attività di settembre con le casse che sicuramente sono chiamate a partecipare a varie iniziative a partire dal Fondo dei fondi, rientrante nel Progetto rilancio guidato dalla Cdp. Secondo l’ultima relazione al Parlamento, nel 2022 le casse hanno investito nell’economia domestica circa 37 miliardi, di cui 9,2 miliardi in titoli di stato, 2,7 miliardi in immobili, 6,1 miliardi in titoli di capitale.

GLI STRUMENTI FINANZIARI

Tornando alle origini va ricordato che gli enti di previdenza obbligatoria in base alla legge di bilancio del 2017, possono destinare risorse, nei limiti del 5% del proprio attivo patrimoniale nei seguenti investimenti qualificati: azioni o quote di imprese residenti in Italia o negli Stati Ue o appartenenti al See (spazio economico europeo) purchè dotate di stabile organizzazione in Italia (investimento diretto); Oicr residenti in Italia o Stati Ue o appartenenti al See che investano prevalentemente negli strumenti finanziari precedenti (per questo investimenti indiretti); quote di prestiti, di fondi di credito cartolarizzati erogati od originati per il tramite di piattaforme di prestiti a favore di soggetti finanziatori non professionali, gestite da società iscritte all’art. 106 del Tub o da soggetti vigilati operanti sul territorio italiano in quanto autorizzati in altri Stati Ue (cosiddetti peer to peer lending).

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