07.07.2025
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Economy

Nextchem (Maire), accordo in Messico da 210 milioni


Nuovo accordo da centinaia di milioni di euro per Maire, questa volta in Messico, per un impianto di metanolo. L’azienda Nextchem, che fa parte del gruppo guidato dal presidente Fabrizio Di Amato, si è aggiudicata un contratto da circa 210 milioni per l’ingegneria di base e la fornitura di apparecchiature critiche proprietarie per il progetto Pacifico Mexinol. Si tratta di un impianto di metanolo a basse emissioni inquinanti di carbonio, che sarà costruito a Sinaloa e avrà una capacità di 2,1 milioni di tonnellate l’anno.

L’intesa è stata siglata da Nextchem Kt Tech con Samsung E&A. Pacifico Mexinol, progetto dal valore di 3,3 miliardi di dollari, viene sviluppato congiuntamente dalla società texana Transition Industries e dall’International Finance Corporation, parte della Banca Mondiale, e sarà eseguito da un consorzio composto da terze parti.

I DETTAGLI
Alla firma erano presenti i rappresentanti del governo federale, statale e municipale Casabella e gli ambasciatori statunitensi, italiani e coreani, insieme ai rappresentanti delle società coinvolte.

Una volta operativo nel 2029, questo sarà il più grande impianto di metanolo a basse emissioni del mondo. «Un tale traguardo storico, il contratto più grande che Nextchem si è mai aggiudicata — spiega Fabio Fritelli, amministratore delegato dell’azienda — riveste un ruolo fondamentale nella nostra traiettoria aziendale e conferma l’affidabilità del nostro portafoglio di soluzioni tecnologiche sostenibili».

«Siamo onorati — aggiunge — di supportare questa iniziativa strategica che si preannuncia essere un punto di svolta per l’economia messicana, così come per l’arena della transizione energetica a livello globale». Per il progetto Pacifico Mexinol verrà utilizzata la tecnologia Nx AdWinMethanol® Zero, sviluppata da Nextchem, che integra i suoi processi proprietari, comprese le tecnologie proprietarie di cattura dell’anidride carbonica.

«Questa soluzione – spiega Maire in una nota – riduce ulteriormente le emissioni di carbonio a quasi zero: l’anidride carbonica generata dal processo di produzione del metanolo derivato da gas naturale viene infatti catturata e combinata con idrogeno verde per produrre metanolo green qualificabile come “Rfnbo” in base alla normativa europea».

L’impianto vedrà infatti circa il 15% della produzione (350 mila tonnellate) qualificabile come Renewable Fuel of Non-Biological Origin (Rfnbo) secondo i parametri dell’Unione europea. Ma anche gli altri 1,8 milioni di tonnellate di metanolo a basse emissioni contribuiscono alla decarbonizzazione. Lo fanno in vari settori industriali, abilitando la produzione di carburanti, plastiche, vernici, componentistica per auto e materiali da costruzione a ridotto impatto ambientale. Si tratta di quei settori difficili da ammodernare nel processo di transizione ecologica. Una sfida difficile, ma di certo non impossibile.

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