Hanno vinto il titolo Nba dopo 16 anni. Hanno rifirmato Jayson Tatum con il contratto più ricco in assoluto dell’intera storia della lega statunitense. Hanno probabilmente davanti a loro altri anni di successi. Eppure, i Boston Celtics sono in vendita. Lo ha annunciato la Boston Basketball Partners LLC, in un comunicato diffuso dagli stessi Celtics: “Dopo mille riflessioni e un lungo confronto, la famiglia che controlla il gruppo di maggioranza ha deciso di vendere la squadra, per motivi di pianificazione interna”. La cessione avverrà in due fasi, si legge nel comunicato: la prima tra il 2024 e i primi mesi del 2025, poi la cessione totale entro il 2028. Grousbeck, insieme al suo partner Steve Pagliuca, titolare dell’8 per cento del valore dei Celtics e del 55 per cento dell’Atalanta, avevano finalizzato l’acquisto della franchigia nel 2002 per 360 milioni di dollari: oggi le stime del valore della stessa si aggirano tra i 4.7 e i 5.12 miliardi di dollari, anche se, dopo il titolo vinto poche settimane fa, c’è chi sostiene che un eventuale prezzo di vendita potrebbe toccare i 5.5 miliardi di dollari.
E dire che poche ore prima di questo annuncio, abbastanza clamoroso, le notizie di attualità hanno visto i rinnovi faraonici concessi a Jayson Tatum (314 milioni di dollari per 5 anni) e Derrick White (126 milioni per 4 anni), dopo quello già fatto firmare all’MVP delle ultime finali Jaylen Brown (altri 304 milioni per 5 anni). Secondo molti analisti statunitensi, proprio questi rinnovi senza fondo avrebbero creato una situazione ingovernabile tra i proprietari della franchigia. In base alla nuova versione della “luxury tax”, la tassa di lusso per disincentivare le squadre a sforare in maniera eccessiva i limiti del salary cap, i Celtics dovrebbero pagare la prossima stagione non meno di 208 milioni di dollari di tasse, rendendoli la squadra più cara di sempre.
LA VENDITA DIFFERITA E I GUADAGNI DI TATUM
La vendita “differita” non piace ad Adam Silver, il commissionare della Nba, che si apertamente dichiarato contrario a questa soluzione (in realtà già avvenuta per i Dallas Mavericks e i Minnesota Timberwolves, anche se con risultati tutt’altro che convincenti): “»Non è la soluzione ideale: una volta risolte le dispute in atto, penso che dovremo rivedere cosa è concesso e cosa no nei processi di vendita delle nostre franchigie», ha minacciato Silver.
Non si conoscono, al momento, potenziali acquirenti dei Celtics. Certamente Grousbeck ha già detto che vorrà conservare il suo ruolo di rappresentante, «governor» come dicono negli Stati Uniti, fino al 2028. Il disimpegno di Pagliuca verso i Boston Celtics non avrà nessuna ripercussione sull’Atalanta, che anzi potrebbe ricevere una maggiore spinta economica, dal momento che il ricco uomo di affari avrà nuovi capitali freschi a disposizione.
A Tatum è stato concessa l’estensione contrattuale al massimo salariale e per numero di anni di spondili: 314 milioni di dollari fino al 2030. L’ultimo anno guadagnerà 71 milioni, che, tolte le tasse federali, quelle sugli atleti e altri oneri, tra i quali quelli per la provvigione del suo agente, permetterà all’ex Duke di intascare 25,2 milioni netti. Nessun giocatore nella storia della NBA ha mai siglato un accordo che per una stagione superasse i 70 milioni di dollari. Un record destinato a resistere appena un anno se è vero che Luka Doncic potrebbe firmare una estensione contrattuale di 5 anni per 346 milioni, cifra che Dallas non dovrebbe aver alcun problema a concedergli. Il business corre veloce.
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