Pochi giorni, qualche settimana al più. L’auspicio, spiegano da Palazzo Chigi, è quello di chiudere il programma di interventi in capo al commissario straordinario per le carceri, Marco Doglio, entro fine luglio. Nonostante sia servito più tempo rispetto al previsto — il piano era atteso già a gennaio — ora sarebbe solo una questione di ultimi ritocchi da parte del ministero dell’Economia, e della firma finale del dpcm da parte della premier. Se ancora il riserbo è massimo sui dettagli, quello che assicurano gli addetti ai lavori è che l’operato del commissario servirà ad accelerare l’attuazione di interventi urgenti, entro il termine del 2026. In due direzioni: nuovi moduli da inserire all’interno di istituti già esistenti e attività di ristrutturazione e recupero di celle ammalorate o incendiate. Si tratterà soprattutto di velocizzare le fasi successive alle gare di appalto già bandite: c’è quella chiusa ad aprile per 384 posti su 9 istituti penitenziari per un importo totale di 32 milioni. E poi le gare per oltre 1500 posti da creare in moduli prefabbricati. In totale, quasi 2000 nuove unità da destinare ai detenuti. Un raggio di azione per cui il commissario avrà a disposizione 250 milioni, stanziati dall’ultimo decreto Carceri, e derivanti dal ministero delle Infrastrutture e della Giustizia, compresa una quota delle risorse finalizzata agli interventi del Piano per gli investimenti complementari del Pnrr. Al fianco del commissario nelle gare d’appalto, anche l’Anac e Invitalia, con cui Doglio lo scorso 24 giugno ha siglato un protocollo di azione e vigilanza collaborativa per rafforzare la trasparenza e la legalità.
I FONDI
Si tratta, ad ogni modo, di un programma che rientra nel più ampio piano per l’edilizia carceraria — su cui a Doglio è stata richiesta una ricognizione — che coinvolge il ministero dei Trasporti e il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria (Dap) e che, secondo quanto dichiarato da Carlo Nordio, a marzo scorso, ha come scopo finale quello di incrementare a 7000 i posti disponibili, senza fare ricorso a norme “svuota-carceri”. Le risorse per riuscirci non mancano. Ai 411 milioni stanziati dal Pnrr per l’edilizia giudiziaria si sommano 132,9 milioni del piano nazionale complementare e ancora altri 166 milioni allocati dal Mit a novembre 2023 per ristrutturazioni carcerarie mirate. Cifre che — tenendo in riferimento almeno parte della quota in seno al commissario — superano i 900 milioni.
IL PUZZLE
Il puzzle delle politiche anti-sovraffollamento è composto, però, da tante tessere. Il decreto Carceri, oltre a prevedere la figura di un commissario ad hoc, nominato a settembre scorso, ha introdotto un Albo delle “Comunità educanti” che, una volta avviato, potrebbe accogliere per la reclusione domiciliare soggetti con specifici requisiti. A questo si affianca l’Albo per le comunità terapeutiche pubbliche e private dove i detenuti tossicodipendenti potranno usufruire di misure alternative al carcere. Ma dalle parti di via Arenula si guarda anche all’ultimo decreto Sicurezza che introduce misure per favorire il lavoro e il reinserimento dei detenuti. A partire dai contratti di apprendistato professionalizzante, senza limiti di età, anche per i detenuti ammessi alle misure alternative alla detenzione. E poi i ritocchi alla legge Smuraglia, affinché aziende pubbliche e private — e non solo cooperative sociali — possano beneficiare dello sgravio contributivo al 95% anche se impiegano detenuti ammessi al lavoro esterno. Oltre all’attività “attuativa” sulle gare, c’è chi non esclude che nel dpcm che definirà il campo di azione del commissario straordinario, possano essere inseriti nuovi compiti. Tra le misure avanzate dal ministro della Giustizia Carlo Nordio per contrastare l’emergenza carceri — oltre allesecuzione della pena per i detenuti stranieri nei rispettivi paesi d’origine — c’è anche la costituzione di strutture ad hoc per i tossicodipendenti e la possibilità di usare caserme dismesse per creare nuovi carceri: un buon proposito avanzato anche in passato ma mai veramente decollato. Il programma del governo non è ancora operativo, ma la lista di cose da fare per le carceri si allunga di giorno in giorno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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