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Meloni-Macron, è disgelo. Summit a Versailles ​dopo mesi di tensioni: «Focus sul Medio Oriente»


ROMA Non si vedevano a tu per tu dal G7 a Borgo Egnazia, quasi due mesi fa. E a giudicare dai sorrisi, dai baci sulle guance immortalati dalle telecamere e da quell’«eccellente» che l’inquilino dell’Eliseo usa per descrivere il colloquio, il sole di Versailles è riuscito là dove aveva fallito quello del Salento.

Dopo il grande freddo degli ultimi mesi, arriva il disgelo tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. O almeno è questo il clima che viene raccontato all’incontro di ieri tra la premier italiana e il presidente francese a Versailles, sull’Etoyle royale nel parco della reggia che fu del Re sole.

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I TEMI
Un aiuto l’avrà offerto pure il contesto informale: nella cittadina alle porte di Parigi si disputano le gare di equitazione delle Olimpiadi. E nonostante gli staff fossero in contatto già da qualche giorno, il colloquio sarebbe stato deciso solo nelle ultimissime ore, visto che lo stesso presidente francese fino a poche ore prima era ancora in vacanza a Fort Bregançon, nel sud del Paese. C’era perfino chi ipotizzava che la leader di FdI avrebbe trascorso l’ultimo pomeriggio della sua tappa francese a Eurodisney, insieme alla figlia Ginevra. Invece eccoli, Meloni e Macron, seduti su un divano l’uno accanto all’altra, a discutere delle medaglie vinte dai rispettivi Paesi.

Sul tavolo però ci sono soprattutto i temi caldi dell’attualità europea e internazionale. A cominciare, fanno sapere da Palazzo Chigi, dalle elezioni in Venezuela al focus sul Medio Oriente, con la delicata situazione delle truppe italiane e francesi in Libano e il rischio di un’escalation della guerra tra Israele e Palestina.

L’impressione insomma è che da entrambe le parti ci fosse l’intenzione di mettere una pietra sopra alle frizioni dei mesi scorsi tra i due, tra cui la scintilla – politica ancor prima che personale – non è mai davvero scoccata. Tensioni venute a galla proprio durante i giorni del G7 pugliese, quando l’inquilino dell’Eliseo aveva criticato la scelta di non includere un riferimento al diritto all’aborto nel documento finale del summit, e la premier italiana aveva liquidato la stoccata del cugino d’Oltralpe come semplice «campagna elettorale». Freddezza confermata la sera stessa alla cena di gala, con quegli sguardi “di fuoco” e il saluto distaccato tra i due divenuto virale sui social.

Poi, appena qualche settimana dopo, gli attriti sulla nuova Commissione europea: dalla riconferma di Ursula von der Leyen con l’accordo sui top jobs annunciato nonostante le perplessità dell’Italia fino alla battaglia tra Parigi e Roma per un commissario di peso nel futuro esecutivo Ue.

TENSIONI
Tensioni che a giudicare dai commenti e dai sorrisi di ieri sembrano alle spalle. Il bilaterale, dice Macron quando Meloni è già sul volo del rientro, è stato «eccellente», è andato «davvero molto bene». Stesso giudizio rilanciato al di qua delle Alpi dai collaboratori della premier. Così come speculari (e concordate) sono le due note diffuse dopo il bilaterale da Palazzo Chigi e dall’Eliseo. Una condivisione di vedute che solo ventiquattr’ore prima sarebbe stato tutt’altro che scontato ipotizzare.

In mattinata invece la premier si è ritagliata qualche ora da passare con la figlia. Non prima però di un colloquio a tre in una sala del suo albergo con il presidente del Coni Giovanni Malagò e il numero uno del Cio Thomas Bach. Al centro della discussione le Olimpiadi invernali Milano Cortina del 2026. Ma, inevitabilmente, sul tavolo è finito pure il caso di Angela Carini, la boxeur venticinquenne di Napoli che ieri ha annunciato l’addio al ring dopo il ritiro contro Imane Khelif: competizione che la stessa premier, così come mezzo centrodestra, aveva giudicato impari, per via dell’iper androginia della rivale algerina.

A questo proposito da Palazzo Chigi fanno sapere che Meloni e Bach hanno «concordato che governo e Comitato Olimpico Internazionale rimarranno in contatto per valutare come affrontare la questione per il futuro». In altre parole per evitare che casi del genere si ripropongano. «Incontro positivo», lo definisce Bach. «Siamo rimasti d’accordo di restare in contatto per rendere la situazione più comprensibile». Ma il presidente del Cio ribadisce: Khelif «è una donna e ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale». Differenze di vedute a parte, Meloni può riprendere l’aereo per Roma portando a casa da Parigi qualcosa di più del dispiacere per Angela Carini e della soddisfazione per gli ori degli Azzurri. E pazienza per la gita a Disneyland (vera o presunta che fosse): Parigi val bene un parco divertimenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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