«Che fare?» È la domanda che torna a scuotere la politica dopo il caso di Afragola, l’ennesimo femminicidio che vede coinvolti due giovani. Ed è in questo interrogarsi, tra sgomento e impotenza, che sia a destra che a sinistra si torna a invocare la via del dialogo per elaborare insieme nuove soluzioni. Lo fa anche Giorgia Meloni che, da Astana, annuncia di star scrivendo una lettera rivolta alla commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, istituita in Parlamento.
LA VICENDA
Già in occasione del premier time, la presidente del Consiglio aveva espresso l’intenzione di dare vita a un gruppo di lavoro sul disagio giovanile. A riproporre l’idea di un tavolo — ma tra le varie forze politiche — un paio di giorni fa, è toccato a Elly Schlein: «Abbiamo lavorato sulla repressione ma non basta la repressione, serve la prevenzione», l’appello della leader del Pd, dopo la notizia dell’uccisione della quattordicenne Martina Carbonaro, per mano dell’ex fidanzato, Alessio Tucci, 18 anni. Interpellata sulla vicenda, alla conclusione della sua missione in Asia centrale, la premier non ha nascosto di sentirsi «disarmata»: «Non so come dire, perché le leggi le abbiamo fatte», ma «la questione è più ampia, e forse non la stiamo neanche capendo completamente». Poi la replica a Schlein: «Questo è uno dei pochi temi su cui non abbiamo avuto divisioni politiche». Nessun confronto diretto, per il momento, tra la segretaria dem e Meloni, ma la questione, forse, potrebbe essere riaperta in Parlamento.
LA PROPOSTA
«Sto scrivendo una lettera alla commissione bicamerale per l’Infanzia — ha preannunciato la leader di Fdi — per chiedere di nuovo a tutte le forze politiche: lavoriamoci insieme, ragioniamoci insieme, mettiamoci seduti». Un invito che, nell’attesa, è stato già ben accolto dai destinatari: «Sono temi da sempre al centro dell’agenda politica di governo, e la commissione è pronta ad ospitare questo confronto», spiega al Messaggero la presidente della commissione bilaterale, Michela Brambilla.
«La Commissione — aggiunge la dem Simona Malpezzi, vice presidente della commissione — ha già iniziato un’indagine conoscitiva su questo tipo di disagio che parte dall’infanzia fino all’adolescenza». Dopo essersi occupata della situazione dei ragazzi nelle periferie, e di disturbi alimentari, la commissione ha avviato una terza indagine sulla «fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico» con focus su depressione e autolesionismo fino alla forma più grave, il suicidio. Con richieste di audizioni avanzate trasversalmente da tutti i membri. Una «continuità nel lavoro già svolto» che, secondo la senatrice Pd , «è giusto valorizzare». In serata anche da Palazzo Chigi, i più vicini alla premier hanno confermato l’apertura al dialogo, spiegando che qualsiasi iniziativa per combattere la piaga del disagio giovanile «va bene». Nella speranza che dopo le parole di tutti, seguano i fatti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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