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Giallo Lagarde su Davos. Ipotesi uscita dalla Bce


L’Eurotower si tinge di giallo. Christine Lagarde, dal 2019 governatrice della Banca centrale europea, avrebbe discusso la possibilità di dimettersi prima della fine naturale del mandato (che scade a ottobre 2027) il posto di comando della politica monetaria dell’Eurozona, finendo per scatenare un’inattesa quanto imprevedibile corsa alla successione. A rivelarlo al Financial Times è stato Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum, che a Pasqua si è dimesso improvvisamente dalla presidenza del Wef in concomitanza con l’apertura di un’indagine interna in seguito a una missiva con accuse di malversazione a carico suo e della moglie.

Al quotidiano della City, l’87enne Schwab ha riferito dei piani di successione che lui e Lagarde avrebbero dovuto discutere «per diversi anni» con l’obiettivo — non confermato dalla Bce — di portare l’ex ministra francese al timone dell’ente che organizza ogni anno il summit dell’élite politico-finanziaria mondiale nella località sciistica svizzera di Davos. L’ultimo incontro sarebbe avvenuto a inizio aprile a Francoforte, sede della Bce, con Schwab che avrebbe fatto visita a Lagarde per parlare di una transizione che si sarebbe dovuta concludere, al più tardi, all’inizio del 2027, quindi con una decina di mesi di anticipo sulla conclusione del mandato (non rinnovabile) da banchiera centrale. I dettagli logistici per permettere il passaggio di consegne stavano già prendendo forma, secondo il fondatore del Wef: tra questi, la messa a disposizione di Lagarde di un appartamento a Villa Mundi, proprietà del World Economic Forum sul lago di Ginevra.

L’AVVICENDAMENTO
Secondo fonti a conoscenza della trattativa citata dal Ft, il presidente della Bce avrebbe dato la sua disponibilità all’avvicendamento solo dopo aver preventivamente portato l’inflazione nell’Eurozona al target del 2%, come prescritto dal mandato dell’Eurotower sulla stabilità dei prezzi. Lagarde «è determinata a portare a termine il suo mandato», ha dichiarato un portavoce della Bce rifiutandosi di commentare le indiscrezioni, che proiettano nuove ombre sulla presidenza Lagarde dopo che un anno e mezzo fa un sondaggio tra i dipendenti dell’istituzione monetaria aveva giudicato negativamente la sua gestione.

Se la Bce sembra avviarsi verso un nuovo probabile taglio dei tassi la prossima settimana (ma i falchi siano in pressing per ottenere una pausa perlomeno fino a settembre), la Federal Reserve americana ha, invece, tenuto il costo del denaro invariato per la terza volta consecutiva a causa — come si legge nei verbali della riunione diffusa ieri — della «elevata incertezza sull’outlook economico» per via delle tensioni commerciali internazionali. Tanto che secondo la Fed, adesso «le possibilità di una recessione nei prossimi mesi sono aumentate in modo significativo».

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