«Lui è l’uomo che mi ha salvato la vita» disse una volta Papa Francesco indicandolo e ricordando quando nel 2021 lo aveva, con pazienza, convinto a sottoporsi a un intervento chirurgico. «Grazie per avermi riportato in piazza» gli ha sussurrato il Papa lunedì all’alba, prima di morire. Il giorno prima, a Pasqua, c’era stato quell’ultimo, memorabile, giro, sul retro aperto della Papamobile, seduto sulla carrozzina, tra il suo popolo, davanti alla Basilica di San Pietro. Massimiliano Strappetti, 56 anni, negli ultimi giorni è rimasto a lungo a vegliare la salma del Pontefice.
Dicono in Vaticano: «In fondo si sente come orfano, era diventato quasi un figlio per Papa Francesco». Si dice che nella vita di un essere umano esistano due famiglie: i genitori, i fratelli e le sorelle, il coniuge se ti sposi o i figli se ne hai; e poi chi incontri lungo il tuo cammino. Strappetti aveva incontrato Jorge Mario Bergoglio. Era diventato «famiglia» per il Papa, perché era il suo infermiere personale, con una nomina ufficiale nel 2022 che non c’era mai stata per un Papa.
GENEROSO
Non è un mistero: per il suo carattere generoso, ma anche forte, Francesco non è mai stato un paziente semplice da gestire per i medici. Strappetti, che dal 1994 al 2022 aveva lavorato come infermiere nel reparto di Terapia intensiva del Gemelli, per poi entrare nello staff del Vaticano, dove ha conosciuto tre Papi, era colui che sapeva parlare a Francesco e di cui Francesco si fidava. L’angelo custode. Così, la vita normale dell’ex infermiere del Gemelli è cambiata: si è ritrovato spesso sotto i riflettori al fianco del Papa; è stato citato durante i punti stampa nei 38 giorni del ricovero al Gemelli in cui è rimasto con Bergoglio; ha spinto la sua carrozzina. Eppure, lui è sempre stato riservato, poco propenso ad apparire, ha voluto tenere per sé il rapporto di amicizia, quasi filiale, con il Santo Padre. Custodirlo. E anche ieri è rimasto a vegliare la salma di Papa Francesco. Sfilavano 250mila fedeli e lui era un puntino, una persona normale che si è ritrovata al centro di una storia, della Storia.
CHI E’ STRAPPETTI
Sposato e padre, Strappetti su Facebook condivide frammenti di una vita normale: una gita al mare, il tifo per la Lazio (chissà se ne parlava con Bergoglio, appassionato sostenitore della squadra argentina del San Lorenzo), foto sull’importanza di essere genitori, alcune frasi di Wojtyla. Ieri a vegliare il corpo del Santo Padre c’erano anche altri collaboratori stretti, come gli aiutanti di camera Piergiorgio Zanetti e Daniele Cherubini. La delegazione del Gemelli (ma anche dell’Università Cattolica e dell’Istituto Toniolo) oggi ai funerali sarà guidata dalla rettrice Elena Beccalli e dal presidente della Fondazione Daniele Franco. Ieri a San Pietro invece è andato il professor Sergio Alfieri, che al Gemelli era a capo dell’équipe medica che ha assistito Bergoglio, il chirurgo che ha operato due volte il Santo Padre. Proprio sul primo intervento, nel 2021, ha svolto un ruolo importante Strappetti, che allora era coordinatore della Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato del Vaticano: convinse il Papa a operarsi al colon per una stenosi diverticolare sintomatica. Per questo Bergoglio più volte ha indicato Massimiliano Strappetti dicendo «lui è l’uomo che mi ha salvato la vita»; per questo lo ha nominato nel 2022 «assistente sanitario personale».
E Strappetti, nei 38 giorni di ricovero al Gemelli per una polmonite bilaterale che si è aggiunta ad altre patologie, è rimasto al suo fianco, 24 ore su 24. E gli è stato vicino dopo le dimissioni dall’ospedale nell’appartamento di Santa Marta, ha spinto la carrozzina nelle varie apparizioni pubbliche che, malgrado la sua sofferenza, Bergoglio ha voluto caparbiamente fare. Per questo ieri è rimasto a lungo a vegliare la salma nella Basilica. Riservato e scrupoloso nel rispettare il suo ruolo, non ha mai condiviso sui social immagini o testimonianze del suo rapporto con Papa Francesco, non è mai andato in qualche talk show a mostrarsi. È rimasto un passo indietro o, sarebbe meglio dire, è come se simbolicamente avesse sempre continuato a spingere in silenzio la carrozzina di Papa Francesco. Nelle ultime ore, sul suo profilo Facebook, sono stati scritti messaggi di ringraziamento di fedeli di tutto il mondo e in varie lingue. Lucy: «Thank you for looking after Papa Francesco (grazie per esserti preso cura del Papa)». Luciana: «Grazie a nome di chi amava il Santo Padre per averlo accudito come fosse il tuo papà. Che Dio ti ricompensi grandemente». Andrea: «Gracias por lo que has hecho por nuestro queridisimo padre Francisco! Te envio un gran abrazo desde Argentina (Grazie per quello che hai fatto per il nostro carissimo padre Francesco! Ti mando un grande abbraccio dall’Argentina). Maria Rosaria: «Grazie collega di aver curato molto professionalmente i papi che per me sono stati i migliori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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