Marina Berlusconi ha voluto mettere fine alle voci secondo cui sarebbe la capofila di una sorta di “opposizione ombra” al governo. Ieri era attesa all’assemblea di Confindustria, l’anno scorso proprio in quell’occasione chiese al governo lo stop sulla tassa agli extraprofitti sulle banche. Ma la sua mancata partecipazione non è certamente un segnale politico, tantomeno c’è la volontà di evitare polemiche con l’esecutivo. La missiva – inviata al quotidiano La Repubblica, in risposta ad un articolo pubblicato – di quindici righe è servita a smentire le indiscrezioni che attribuiscono «alla mia famiglia disistima nei confronti di Giorgia Meloni e scontentezza per l’operato di Antonio Tajani alla guida di Forza Italia». «È vero esattamente il contrario», taglia corto la presidente di Fininvest e del gruppo Mondadori.
La primogenita del Cavaliere dovrebbe essere a Roma il 23 ottobre, in occasione dell’apertura di uno store Mondadori nel centro della Capitale, a due passi da palazzo Chigi. È vero che mantiene stretti contatti sia con il mondo politico che con quello industriale – la settimana scorsa si è saputo del faccia a faccia avuto con Mario Draghi –, tuttavia la tesi secondo la quale starebbe portando avanti manovre occulte «è lontana dalla realtà», chiarisce.
LE PRECISAZIONI
Perciò si è scagliata contro chi è arrivato «addirittura a deformare il contenuto di incontri che fanno parte del mio ruolo e del mio lavoro – il riferimento è proprio all’incontro dei giorni scorsi con l’ex numero uno della Bce ed ex presidente del Consiglio – trasformandoli in assurde riunioni carbonare che nasconderebbero trame politiche da fantascienza. Tutto molto affascinante, lo ammetto: quasi intrigante. Ma anche distante dalla verità». Marina insiste: «Forse sarò ostinata, e di certo le parrò all’antica, ma continuo a pensare che la realtà dei fatti conservi un valore. E che i retroscena possano avere un senso soltanto quando e se, da dietro il palcoscenico, descrivono una scena reale. Non un teatro — anzi un teatrino — che non c’è».
Non sfuggirà, ovviamente, che la formula, “il teatrino della politica”, veniva utilizzata continuamente da Silvio Berlusconi, suo padre, quando era leader del centrodestra. Ma lo sfogo della figlia è riconducibile non solo «all’amore per la verità» ma anche alla volontà di placare i sospetti, se non l’irritazione, di Fdi per alcune mosse di Mediaset e alla necessità di “coprire” Gianni Letta ultimamente chiamato in ballo da più parti come promotore delle mosse degli azzurri, in chiave di allontanamento (almeno in alcuni temi, a cominciare dallo Ius Scholae) dalla linea Meloni.
È stato proprio l’ex sottosegretario ad organizzare l’incontro tra Marina Berlusconi e Draghi a Milano «ma questo non vuol dire – osserva anche un big di FI – che ci siano macchinazioni in corso». La famiglia Berlusconi può anche intendere Forza Italia come se fosse un asset d’azienda ma vuole solo che il partito azzurro cresca, il ragionamento. E che si batta tra l’altro sul tema dei diritti, senza – il refrain che si sottolinea nel quartier generale forzista – alcuna interferenza nell’agenda politica.
LE VOCI SUL PARTITO
Nei gruppi azzurri il tam tam che si ripete da tempo è che Pier Silvio sarebbe sul serio interessato a ripercorrere le orme del padre. Ma non ora. «Forza Italia deve andare molto al di sopra del 10%», dice continuamente nei suoi incontri. Nulla di più. E la politica di “acquisizioni” di questo periodo (vedi l’operazione sull’Assemblea Capitolina di Roma, dove sono approdati a Fi sia Rachele Mussolini da Fdi che Francesco Carpano da Azione) va in questa direzione. Certo, qualche incomprensione c’è stata. Come, ad esempio, sul caso Boccia, quando l’accusatrice dell’ex ministro Sangiuliano era stata invitata in trasmissione da Bianca Berlinguer. Non solo la premier ma anche Salvini, incontrando i suoi parlamentari, si era interrogato su quell’operazione mediatica, temendo che l’obiettivo fosse fare uno sgambetto al governo. Nei giorni successivi alle dimissioni dell’ex responsabile della Cultura ci sarebbe stato un chiarimento. Anche per questo motivo in Fdi si sostiene che sia tornato tutto alla normalità. «Mai ascoltato dai Berlusconi una parola contro Meloni», ha più volte detto il segretario di Fi Tajani.
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