I risultati delle elezioni regionali, attese per 23 e 24 novembre, sembrano essere già scritti. Nessun colpo di scena all’orizzonte, nessuna svolta inaspettata.
I pronostici parlano chiaro: il Veneto andrà alla destra di Stefani, la Puglia alla sinistra di Decaro e la Campania, terreno più combattuto, ma non poi così tanto, al campo largo guidato da Fico. Anche le campagne elettorali ne sono state il riflesso, consapevoli dell’impossibilità di ribaltare un esito che appare consolidato. Unico “colpo di scena”: Paprika, la barca di Roberto Fico. Certamente non sufficiente a scardinare il consenso che da anni, in quella regione, accompagna il centrosinistra.
Eppure, la partita si gioca lo stesso. I risultati sembrano già tracciati, ma in campo qualcuno è sceso comunque: sono gli “sparring partner” della politica in questa tornata elettorale. Lobuono, Manildo e Cirielli. Tre nomi, tre storie che si incrociano, tre candidati che tentano invano di sfidare i pronostici.
Manildo e la corsa con il campo largo in Veneto
Avvocato civilista ed ex sindaco di Treviso.
Giovanni Manildo, classe 1969, sembra combattere più la battaglia contro i mulini a vento del don Chisciotte che le regionali. In Veneto la partita appare chiusa ancor prima di iniziare: il passato targato Zaia porta un peso difficile da trasportare e il radicamento della cultura conservatrice rimane difficile da scalfire. Manildo lo sapeva, fin dall’inizio. Ma tentar non nuoce e l’’obiettivo del campo largo era quello di far leva su quella «voglia di alternanza» dei cittadini veneti.
Lobuono in Puglia contro Decaro
Anche in Puglia la storia sembra ripetersi, seppure a parti invertite. Da vent’anni la regione è guidata da un governo di sinistra che, almeno per ora, non accenna a perdere il passo.
Per il centrodestra i pronostici non lasciano molte speranze: quasi 50 punti percentuali li separano dalla vittoria. Una montagna impossibile da scalare.
La Puglia rappresentava però un punto strategico da cui ripartire per crescere nel meridione. In campo c’è Luigi Lobuono, imprenditore ed ex presidente della Fiera del Levante, oggi alla guida dell’azienda di famiglia, impegnata, da oltre quarant’anni, nella distribuzione di quotidiani e periodici in tutta la regione. Non è un volto nuovo nella politica: già nel 2004 si era confrontato con l’attuale presidente uscente, Michele Emiliano, uscendo sconfitto con uno scarto di dieci punti percentuali. Oggi, con ogni probabilità, la storia è destinata a ripetersi, ma la distanza potrebbe essere ben più ampia.
La Campania
Per la Campania la storia sembra diversa, ma non poi così tanto. Secondo il centrodestra, questa volta, parlare di partita già scritta sarebbe un errore. I pronostici,fermi a due settimane fa, davano il candidato progressista, Edmondo Cirielli, dietro a Fico sì, ma non in modo incolmabile. Una distanza possibile da recuperare secondo la coalizione, che ha scelto un viceministro del suo governo per strappare la Campania a Fico. Di certo, nella regione, la destra ha recuperato consensi. Cinque anni fa la sinistra unita sfiorava l’80% dei voti; oggi il divario tra campo largo e centrodestra si è assottigliato a circa dieci punti percentuali. Un margine che non cambia le previsioni, ma che rende la sfida meno scontata di quanto sembri.
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