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Una doppietta Giro d’Italia-Tour de France non si vedeva dal 1998, quando riuscì nell’impresa Marco Pantani. Ma la facilità con cui vince Tadej Pogacar, secondo alcuni, non si vedeva da ancora più tempo: dagli anni del “Cannibale” Eddy Merckx. In un’intervista alla CNN il ciclista sloveno ha parlato del suo ciclismo e di cosa ne pensa di questo pesante paragone. «Corro solo per divertirmi, non per sentirmi obbligato, insomma vado alle gare con la mente libera», ha detto il corridore che fa sembrare facili le cose difficili e vuole vincere sempre, ogni tappa.
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«Non posso paragonarmi a Eddy Merckx perché corriamo in due tempi diversi. È un po’ lusinghiero, ma allo stesso tempo può essere fastidioso perché vuoi solo essere te stesso, e fare le tue gare e andare per la tua strada, non per quella di qualcun altro e scrivere la tua storia» ha sottolineato il corridore. Sul Tour de France, quest’anno vinto per la terza volta, ha aggiunto: «Quando ero più giovane, non avrei mai pensato di poter vincere neanche una tappa». E sul futuro dice: «Non mi piace parlare di cosa potrebbe succedere, quali record potrebbero essere battuti. Ora sono a tre Tour e con forse altri dieci anni di carriera se sto bene. Quindi le probabilità di conquistare ancora cinque volte la Grande Boucle sono piuttosto buone, ma non è questo l’obiettivo che mi pongo». Pogacar ha poi ammesso che «il fatto che Jonas Vingegaard è arrivato primo due volte al Tour de France mi ha reso ancora più desideroso di correre la gara francese e mi ha dato una motivazione ancora maggiore». Sul no alle Olimpiadi di Parigi nessun ripensamento: «Penso di aver preso la decisione giusta, tutti mi volevano ai Giochi ma ero stanco».
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