Donatella Tesei sembra essere soddisfatta della sua campagna elettorale. Mancano poche ore arrivo della presidente del consiglio Giorgia Meloni, e con i collaboratori sta rivedendo l’agenda degli appuntamenti, fittissima. «Ho cercato di spiegare ai cittadini le cose fatte e i miei programmi, piuttosto che andare contro una persona, come hanno fatto nell’altro schieramento politico», dice la governatrice uscente. «In un certo senso, la mia campagna è stata simile a quella di Marco Bucci, che è stato oggetto di attacchi, anche personali, da parte degli avversari: ma alla fine gli elettori lo hanno premiato».
Tesei, partiamo dalla sanità, uno degli argomenti sui quali vi siete scontrati di più. Secondo lei, cosa bisogna fare ancora per migliorarla?
«Molto è stato fatto, ma continueremo sicuramente a lavorare per una sanità diffusa, presente sul territorio. Le case di comunità, finanziate con il Pnrr, consentiranno ai cittadini di avere un punto di riferimento sanitario anche nelle zone più decentrate. Sono importanti, perché ci hanno permesso di riqualificare dei presidi sanitari che erano stati chiusi ed erano ormai abbandonati. Non solo: abbiamo già trasformato le farmacie in centri servizi dove, ad esempio, è possibile sottoporsi ad esami che normalmente si farebbero in ospedale».
L’Umbria diventa sempre più piccola e sempre più vecchia. Cosa propone per affrontare questo fenomeno?
«Intanto partiamo da un dato: contiamo 4000 residenti in più. Un piccolo segnale positivo, che però si inserisce in un lavoro articolato fatto per aiutare i giovani. Intanto abbiamo sostenuto le imprese, e i segnali che abbiamo avuto sono ottimi: i dati dell’export e del Pil confermano che stiamo andando nella direzione giusta, ovvero quella dello sviluppo e della crescita. Purtroppo se non c’è impresa, non c’è lavoro e i giovani vanno via. Il tasso di occupazione, ad oggi, è superiore della media nazionale e, questo, è uno stimolo a proseguire per questa strada. Sulla formazione, inoltre, grazie alla nostra Its, stiamo dando ai giovani la possibilità di diventare più competitivi sul mercato del lavoro».
Secondo lei, come è possibile migliorare ulteriormente i collegamenti, in particolar modo quelli per la capitale?
«Per troppo tempo le infrastrutture hanno bloccato questa regione, che ha bisogno di essere collegata con Roma e con il Nord. La stazione Media Etruria, dell’Alta velocità, ci consentirà di intercettare un numero maggiore di treni (fino a 14 coppie al giorno), nell’interesse dei pendolari. Ancora: il raddoppio della Orte-Falconara anche è molto atteso, così come un ulteriore treno dell’alta velocità da Orte per Roma. Abbiamo ordinato 12 nuovi treni: è chiaro che non abbiamo la bacchetta magica e non possiamo risolvere problemi che si trascinano da tempo. Ma posso dire che in questi 5 anni l’Umbria è uscita dall’isolamento».
Come può la Regione aiutare gli studenti dal punto di vista dei servizi, convincendoli a rimanere in Umbria?
«Intanto abbiamo creato una «no tax area» per il mondo universitario ma, soprattutto, abbiamo fatto un vero e proprio miracolo sugli alloggi. Siamo riusciti a dar vita a dei residence moderni e arriviamo quasi a 1500 nuovi posti: un’offerta di questo genere non c’è mai stata in questa regione. E poi bisogna lavorare anche sulle borse di studio oltre a quelle già istituite e continuare ad aiutare, sul fronte dei trasporti, gli studenti che hanno maggiori difficoltà economiche».
Che giunta costruirà se sarà eletta? Quali deleghe terrà certamente per sé?
«Intanto sceglierò sulla base delle competenze e poi dopo essermi confrontata con le forze di maggioranza. Non posso farle nomi adesso, non sarebbe serio. E, comunque, seguirò con grande attenzione la sanità».
C’è stato un attacco che non si aspettava in questa campagna?
«Siamo partiti dicendo che sarebbe stata una campagna elettorale basata sul confronto e sui temi politici, ma alla fine è degenerata. I miei avversari hanno fatto solo una campagna contro, evidenziando solo ciò che non andava: ecco, sono sincera, questo non me lo aspettavo. Ma i cittadini hanno capito che l’Umbria si è rimessa in moto».
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