L’economia globale «risentirà dell’impatto dell’alta incertezza ancor prima del pieno effetto dei dazi», considerando che le imprese stanno ritardando gli investimenti e le famiglie incrementando i risparmi per cautelarsi. A lanciare l’allarme è la Banca dei regolamenti internazionali (Bri).
«La frenata — scrive nel rapporto annuale pubblicato nelle scorse ore l’organizzazione con sede a Basilea — deve ancora manifestarsi nei dati, ma l’alta incertezza e la fiducia in calo di consumatori e imprese segnalano chiaramente un deterioramento in arrivo per l’attività economica», con la crescita attesa in peggioramento significativo «per diversi Paesi».
Complice la tempesta commerciale innescata a inizio aprile dall’amministrazione americana, spiega la Bri, le prospettive globali sono diventate «molto più incerte e imprevedibili negli ultimi mesi, con le interruzioni nei rapporti commerciali che agitano i mercati finanziari e minacciano di ridisegnare il panorama economico» nel suo complesso. L’incertezza sopraggiunta da ultimo con la guerra dei dazi, sottolinea il direttore generale della Bri Agustín Carstens, va a innestarsi su «un mondo già alle prese con la frammentazione economica e il calo della produttività». Con il rischio di «lasciare un’impronta duratura sulle aspettative di inflazione delle famiglie», quando ancora le «cicatrici lasciate dall’impennata dell’inflazione post-pandemia» non si sono ancora del tutto rimarginate.
Altro elemento di criticità che il rapporto della Banca dei regolamenti internazionali mette in risalto è l’elevato debito pubblico, oggi in ulteriore espansione. Un fattore che «accresce la vulnerabilità del sistema finanziario ai rialzi dei tassi di interesse riducendo la capacità dei governi di reagire a nuovi shock».
LE BANCHE CENTRALI
Rimarcando come la stabilità dei prezzi sia «la pietra angolare di una crescita sostenibile» perché «crea le basi» affinché famiglie e imprese possano pianificare futuro e investimenti, il rapporto stigmatizza l’importanza del «garantire l’indipendenza delle banche centrali, che devono essere in grado di agire senza interferenze politiche per svolgere la propria missione» di «preservare la stabilità finanziaria e il valore della moneta nazionale». Di fronte al dilemma amletico tra «continuare ad abbassare i tassi di interesse o, al contrario, tenerli fermi» nel quadro di una «situazione economica complessa», le banche centrali devono dunque essere preservate da ogni possibile ingerenza. Anche perché, conclude la Bri, questa decisione è resa ancor più difficile dalla «mancanza di chiarezza sugli effetti dei dazi finora implementati e dall’incertezza riguardo a possibili misure future».
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