15.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

L’Ilva prova il rilancio: via al secondo altoforno


L’Ilva di Taranto prova a ripartire. Lo fa accelerando sul fronte della produzione, lo snodo cruciale per ogni azienda siderurgica, allo scopo di recuperare il tempo perduto e in vista del bando di gara per aprire il capitale a nuovi soci. L’ingresso dei privati, dopo la gestione Arcelr-Mittal, è considerato decisivo per ridare slancio all’impianto e di fatto all’intera filiera dell’acciaio.

LE TAPPE
Dopo che l’altoforno 4, unico fino ad ora in marcia nel siderurgico di Taranto, ha ripreso quota e viaggia su una produzione giornaliera superiore alle 5mila tonnellate di ghisa, adesso toccherà all’altoforno 1. Una operazione non facile quella della riapertura sotto il profilo tecnico, ma che è partita in questi giorni e che richiederà tempo per andare a regime. I tecnici stimano fine ottobre.

Inizialmente doveva essere l’altoforno 2 a ripartire. Invece ci si è accorti che l’accensione era complicata in quanto la precedente gestione, quella Mittal-Morselli, non ha provveduto a svuotare l’impianto.

Va ricordato che l’altoforno 1 è stato fermato quasi un anno fa e il 2 a gennaio di quest’anno.
Per manovre di riavvio dell’altoforno 1, i commissari, guidati da Davide Tabarelli, si sono mossi velocemente, ordinando l’acquisto dei pezzi di ricambio a partire dal crogiolo dell’altoforno. Un intervento che costa intorno ai 60-70 milioni di euro.

LE SCADENZE
Il piano di riavvio è strettamente legato anche alla nuova proprietà. Assetto che, salvo imprevisti, sarà definito dopo la gara per la vendita degli asset prevista per il 20 settembre, con la conclusione dell’operazione nel 2025.

Insieme ad altre manutenzioni, la sostituzione dei crogioli è stata decisa dai commissari per continuare a produrre con i due altiforni nella massima sicurezza in attesa di avere i due forni elettrici. Investire nel rifacimento degli altiforni non solo sarebbe costato molto di più, ma, sempre secondo i commissari, sarebbe anche stato un investimento non ammortizzato. Non solo perché la configurazione futurA della fabbrica sarà focalizzata sui forni elettrici, ma soprattutto perché la Ue ha stretto i freni sulle quote gratuite di Co2 che sinora hanno accompagnato la produzione di acciaio. Tant’è che, all’orizzonte del 2030-2031, a meno che il nuova Commissione Ue non cambi le regole, non ci saranno più quote gratuite per gli altiforni. Le quote occorrerà comprarle, ovviamente a caro prezzo proprio per seguire il “green deal” imposto da Bruxelles. Il calcolo è che per ogni tonnellata di acciaio, se ne emettono due di Co2, la cui previsione di costo per tonnellata è intorno ai 100 euro. Questo significa caricare di un onere aggiuntivo la produzione rendendola non più competitiva. La stessa ragione che da mesi ha portato i commissari a scartare il rifacimento dell’altoforno 5, che sarebbe costato alcune centinaia di milioni e richiesto alcuni anni (4-5) per essere rifatto. In pratica, sarebbe entrato in attività quando, con la revisione delle quote di Co2, non sarebbe stato più sul mercato.

LA VENDITA
Ora l’attenzione si sposta al 20 settembre quando dovranno essere presentate le manifestazioni d’interesse. Sono sei i gruppi che hanno visitato gli impianti in questi mesi. Si tratta delle indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont, quindi gli ucraini di Metinvest che a causa dell’invasione russa hanno visto distrutta l’acciaieria Azovstal di Mariupol, i canadesi di Stelco Holdings, oltre alle italiane Sideralba e Marcegaglia che aveva già partecipato alla prima vendita in accoppiata con ArcelorMittal. Anche Arvedi potrebbe essere della partita.

L’Ilva, secondo il piano industriale, chiuderà il 2024 con non più di 2,2 milioni di tonnellate di acciaio prodotto, record negativo nella storia degli impianti. Ma – secondo le previsioni dei commissari – dovrebbe compiere un grande balzo nel 2025 arrivando a 4,5-5 milioni. Il raddoppio della produzione dovrebbe far scendere i numeri degli operai in Cigs dai 4mila autorizzati dal recente accordo con i sindacati fino a 1.220.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]