Mai l’asticella degli investimenti era stata posizionata così in alto dal gruppo Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, guidata da Giuseppina Di Foggia. Sedici miliardi e mezzo in cinque anni, questa la cifra indicata nel Piano industriale 2024-2028 presentato a marzo. Piano che punta a consolidare il ruolo strategico dell’azienda quale abilitatore del sistema elettrico italiano e, più in generale, a rafforzare l’impegno a servizio del Paese per la transizione energetica, al fine di raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e del Pniec (il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima in tema di decarbonizzazione), che prevedono una riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Alcune delle più importanti opere infrastrutturali previste dal Piano industriale di Terna sono collegamenti elettrici sottomarini, protetti da elevati standard tecnologici e ingegneristici, che rispetto ai collegamenti aerei ea quelli terrestri consentono di ridurre gli impatti ambientali e paesaggistici e, parallelamente, di assicurare efficienza nel trasporto di energia. Su tutti il Tyrrhenian Link, il collegamento elettrico sottomarino che unirà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania. Si tratta dell’opera più rilevante dell’azienda – 970 chilometri di cavi sottomarini e mille Megawatt di potenza – e assorbirà un investimento pari a 3,7 miliardi di euro. A settembre dello scorso anno il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha autorizzato il progetto definitivo ramo ovest, quello che collegherà Sicilia e Sardegna. Il ramo est (Sicilia-Campania), invece, ha ottenuto il decreto autorizzativo alla fine del 2022. L’infrastruttura che collegherà la Sicilia alla Sardegna segnerà un importante traguardo nella posa dei collegamenti sottomarini di potenza: per la prima volta verranno superati i 2mila metri di profondità, con punte fino ai 2.150 metri sotto il livello del mare.
Altra opera di fondamentale rilevanza per il sistema elettrico italiano è l’Adriatic Link, il cavo sottomarino in corrente continua da mille MW di potenza, lungo 250 chilometri, che collegherà l’Abruzzo e le Marche, per il quale l’azienda ha previsto un investimento complessivo di circa 1,3 miliardi di euro. La nuova infrastruttura consentirà di incrementare la capacità di scambio tra le zone Centro-Sud e Centro-Nord del Paese e avrà dunque un ruolo di primo piano nello sviluppo, nell’integrazione e nel trasferimento dell’energia prodotta dai numerosi impianti eolici e fotovoltaici del Sud Italia verso i centri di consumo del Nord. L’elettrodotto “invisibile” sarà costituito da due cavi sottomarini. Le stazioni di conversione saranno realizzate nelle vicinanze delle rispettive stazioni elettriche esistenti di Cepagatti, in provincia di Pescara, per l’Abruzzo, e di Fano per le Marche. La posa dei cavi in mare raggiungerà una profondità massima di 100 metri. Per il tracciato terrestre si utilizzerà per lo più la viabilità stradale esistente. Terna punta nel contemporaneo al rafforzamento e allo sviluppo delle interconnessioni con l’estero. Tra i progetti di interconnessione dell’azienda guidati da Giuseppina Di Foggia c’è anche Elmed, il ponte energetico invisibile tra l’Italia e la Tunisia. Si tratta del primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa e rientra tra i progetti previsti dal Piano Mattei del governo per l’Africa. Per l’opera è previsto un investimento complessivo di circa 850 milioni di euro. Di questi, 307 milioni di euro sono stati stanziati dalla Commissione europea tramite il fondo Connecting Europe Facility, destinato allo sviluppo di progetti chiave per il potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. Per la prima volta il fondo sostiene un’opera infrastrutturale di uno Stato membro e di uno Stato terzo.
Più nel dettaglio, l’elettrodotto si snoda tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 220 chilometri (la maggior parte in cavo sottomarino), con una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri, raggiungono lungo il Canale di Sicilia. L’interconnessione Italia-Tunisia contribuirà all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico tramite la diversificazione delle fonti e, soprattutto, all’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e Africa. Infine, il progetto Sa.Co.I.3 prevede il rinnovo, l’ammodernamento e il conseguente ripotenziamento dell’attuale interconnessione elettrica sottomarina in corrente continua a 200 kV tra la Sardegna, la Corsica e la Toscana (Sa.Co.I. 2), attivo dal 1992. Il progetto, autorizzato definitivamente dal Mase a settembre 2023, consiste nella realizzazione di un cavo HVDC (High Voltage Direct Current) tra Sardegna, Corsica e Toscana, con una capacità di trasporto complessiva fino a 400 MW, e di due stazioni di conversione in Sardegna e in Toscana.
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