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Legge elettorale, il nuovo sistema pensato dalla maggioranza al posto del premierato


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Il piano B al premierato è puntare su una nuova legge elettorale. Visto che i tempi non sono sufficienti in questa legislatura per approvare una riforma costituzionale sull’elezione diretta del premier e il relativo referendum, il centrodestra ha iniziato a concentrare le proprie energie su un nuovo sistema elettorale di tipo proporzionale. L’obiettivo è archiviare il Rosatellum — la legge vigente che combina collegi uninominali e quota proporzionale — e arrivare alle prossime politiche con un sistema nazionale simile a quello utilizzato dalle regioni. Un sistema proporzionale con premio di maggioranza, assegnato a chi supera una soglia attorno al 40% e in grado di garantire circa il 55% dei seggi. È previsto anche un premio mobile sulla percentuale ottenuta dalla coalizione vincente ad esempio: il 52% dei seggi con il 40% dei voti, il 55% con il 42%, fino al 58–60% con il 45% dei consensi. Si parla anche di liste bloccate definite dalle segreterie dei partiti e dell’obbligo di indicare il nome del premier sulla scheda, così da garantire stabilità e numeri certi alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa. Al momento, però, non esiste alcuna ufficialità, non vi è ancora alcun testo, nessun chiarimento formale da parte del centrodestra, solo ipotesi e dichiarazioni sporadiche. Tuttavia, è emerso che uno dei nodi principali su cui perora la maggioranza cerca di raggiungere una quadra è la possibilità di non inserire il nome del candidato premier sulla scheda. Una prospettiva che non va proprio a genio sia da Forza Italia sia dalla Lega, soprattutto alla luce del distacco registrato dagli ultimi sondaggi tra questi due partiti e Fratelli d’Italia. Inoltre, per il Carroccio i timori sono amplificati, perché un sistema elettorale proporzionale non gli permetterebbe di raggiungere di nuovo i risultati ottenuti nel 2022. Ma sono solo ipotesi. Infatti nelle scorse settimane il ministro Francesco Lollobrigida aveva tranquillizzato i colleghi di coalizione affermando che “Tutto è negoziabile”. Una frase che lascia intendere come la maggioranza stia valutando diverse opzioni e tenti ancora di trovare un accordo sul nuovo sistema elettorale. Ma come si cambia una legge elettorale? Modificare una legge elettorale in Italia non è certo una novità, si tratterebbe, qualora quest’ipotesi dovesse concretizzarsi, della quinta legge elettorale in trent’anni. Per il premierato era necessaria una riforma costituzionale, quindi che modificasse la Costituzione, ma i tempi, appunto, della legislatura e l’incertezza legata a un eventuale referendum rendono il percorso difficilmente praticabile. E quindi l’ipotesi è una nuova legge elettorale. Per farlo è necessario avviare un procedimento legislativo ordinario, con la presentazione di un progetto di legge in Parlamento e l’approvazione da parte di entrambe le Camere con un doppio voto a distanza di almeno tre mesi, come prevede l’articolo 138 della Costituzione. Se il testo viene approvato senza modifiche in seconda lettura, viene pubblicato in Gazzetta. In caso contrario, l’iter si allunga e la proposta con le modifiche torna indietro.


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