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«Le Olimpiadi il top, voglio un selfie con Nadal. Sinner? Non avremo pressioni in più»


Gelsomina con i suoi occhi grandi spalancati di sorpresa ritorna al Roland Garros, e lo trova diverso, anzi proprio non sembra lui. O forse è lei a essere un po’ cambiata, nel frattempo. Dove eravamo rimasti? A nemmeno 50 giorni fa, alla finale che Jasmine Paolini perse nettamente contro Iga Swiatek all’Open di Francia, e già sembrava un arrampicarsi verso l’impossibile; poi però è arrivato Wimbledon, e un’altra finale persa, stavolta di poco, infatti fa ancora male: «Ogni tanto ci penso, a quella partita, a cosa potevo fare di meglio e di più, però ormai è andata, e intanto mi sono accorta che dopo Londra la gente mi guarda in modo diverso. Per me invece cambia nulla, lavoro e mi alleno come sempre». Così un’altra Jasmine sbarca alle Olimpiadi, le seconde per lei dopo Tokyo, e il Roland Garros sembra un’altra entità, un’altra persona: «Fa strano tornarci, è tutto diverso. A cominciare dal colore, tutto blu olimpico. Le palle sono cambiate, e pure i campi: c’è più terra sopra. Anche il clima non è quello di inizio giugno, ora fa più caldo. E’ tutta un’altra cosa. In più siamo qua in gruppo, il gruppo italiano, non gareggiamo solo per noi stesse». L’azzurra, numero 5 del mondo e qui testa di serie numero 4, esordisce domani contro la rumena Bogdan, e giocherà anche il doppio con Sara Errani (teste di serie numero 3, prime avversarie le neozelandesi Routliffe-Sun), con cui è stata anche finalista a Parigi lo scorso giugno.

IL TOP DELLA LISTA

Ma l’avvicinarsi all’evento porta forse con qualche pressione in più per il ritiro di Sinner, anche se Jasmine nega l’eventualità, col suo sorrisone a tutta chiostra: «Mi dispiace un sacco per lui, e anche per noi, perché è il numero uno del mondo e ci avrebbe aiutati. Ma non sento ulteriore pressione, ognuno deve pensare al proprio percorso». Qui ci si gioca un oro olimpico, mica uno Slam, e il peso delle responsabilità muta, chissà in quale direzione o rivolo, perché coi tennisti non si sa o non si capisce mai. Jasmine giura di sentirsi pienamente coinvolta: «Oh, l’Olimpiade è importantissima. Una delle più importanti o al top della lista. Vorrei godermi anche la cerimonia inaugurale ma non so se potrò esserci, visto che il giorno dopo sarò in campo. L’Olimpiade poi si gioca ogni quattro anni, il che aumenta la tensione e l’importanza del torneo. Che per me inizierà contro un’avversaria difficile, che gioca molto bene, quindi vedremo come riuscirò a comportarmi. Poi non so cosa accadrà dopo e quali avversarie potrei avere, perché per principio non guardo mai il tabellone prima di un torneo, anzi non anticipatemi niente, per favore… Per me è un anno d’oro, certo, e a dire il vero non saprei nemmeno dare una spiegazione su come è arrivato. Forse ho trovato una diversa consapevolezza di me stessa, e ho migliorato tanti aspetti, anche nella mia vita fuori dal campo». C’è però un sogno che Gelsomina nostra non ha ancora visto avverarsi, e forse è a Parigi anche per questo. Lo confessa senza problemi: «Vorrei un selfie con Nadal… Ne ho già uno con Djokovic e un altro con Federer, ma Rafa mi manca.

Ci terrei moltissimo. Anzi, a dire il vero l’altro giorno l’ho incrociato, ma non ho avuto il coraggio di avvicinarmi…». Magari vorrebbe scattarlo lui con te, le dicono: «Mi sembra molto difficile», e intorno alla chiostra splendente, e agli occhioni sgranati, il volto di Jasmine arrossisce. È ancora una ragazza normale, il successo non l’ha cambiata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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