È tempo di dire addio al Pin. Dal prossimo 1° settembre, gli intermediari abilitati e le aziende (sia pubbliche che private) potranno accedere ai servizi telematici dell’Inps esclusivamente tramite Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) di livello non inferiore a 2, quindi anche con Cie 3.0 (Carta di Identità Elettronica) e Cns (Carta Nazionale dei Servizi). Per la Pa si tratta comunque di un passaggio intermedio verso una nuova stagione digitale. Nei programmi del governo c’è la volontà di puntare, dal 2026, esclusivamente sulla Carta d’identità elettronica (destinata ad assorbire Spid e Cns), come unico strumento di dialogo con la burocrazia.
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La decisione
La Carta d’identità elettronica consente ai cittadini e alle imprese di creare un filo diretto con le amministrazioni, riducendo attese e file nel segno della digitalizzazione. La strategia futura punta ad aumentare al massimo livello la sicurezza sul trattamento dati permettendo di snellire numerosissime pratiche burocratiche in tutta Italia.
Al momento la Cie è stata rilasciata a 43 milioni di italiani, mentre sono oltre 14 mila le amministrazioni che ne consentono l’utilizzo. Negli ultimi due anni gli accessi alla Cie sono quasi raddoppiati, come evidenzia la sottosegretaria al ministero dell’Interno, Wanda Ferro: «Si tratta di uno strumento importante non solo per i cittadini ma anche per le imprese».
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