01.06.2025
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Politics

la selezione dopo i primi sei mesi


Addio ai test di ingresso per la facoltà di medicina, la riforma è legge. Ieri in Consiglio dei ministri è stata approvata in via definitiva la riforma passata alla Camera nel mese di marzo scorso. Quindi già a partire dal prossimo anno accademico, vale a dire quello in partenza a settembre, si entrerà a medicina senza test di ingresso né selezioni. Sono state cancellate quelle procedure dei quiz a crocette che, negli anni, hanno scatenato valanghe di ricorsi e proteste da parte degli studenti. Adesso invece i ragazzi che, in questo anno scolastico, stanno frequentando l’ultimo anno di scuola superiore potranno accedere al primo semestre semplicemente iscrivendosi.

ABOLITI I QUIZ

La legge infatti abolisce i quiz d’ingresso e prevede la delega al governo affinché introduca, entro un anno dalla sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per introdurre le nuove regole sull’accesso. I decreti con tutta probabilità arriveranno entro la fine di maggio per dare il via alla macchina organizzativa in vista del nuovo anno accademico.

Si tratta di una riforma attesa da anni e studiata per superare quella selezione iniziale che, di fatto, lasciava fuori tanti aspiranti camici bianchi che invece nel tempo avrebbero potuto dimostrare di poter essere in grado di diventare medici. Spesso infatti le domande nei test di ingresso hanno suscitato polemiche e perplessità. È anche un modo per andare incontro ad una problema denunciato più volte da medici e chirurghi: la crisi di vocazioni e la necessità di avere ricambi in alcune professioni fondamentali.

Senza contare che gli studenti si preparavano al test di ingresso con libri comprati appositamente o addirittura seguendo corsi ad hoc. Non solo, negli ultimi anni molti studenti hanno deciso di studiare all’estero, nei Paesi dell’Unione europea dove si entra facilmente nella facoltà di medicina, per poi tornare in Italia con un titolo di studio valido per lavorare. Tutte strade che prevedono costi esosi, decisamente non per tutti.

LE REAZIONI

«Studiare Medicina — ha commentato con soddisfazione la ministra dell’università e ricerca, Anna Maria Bernini al termine del Consiglio dei ministri – non è più un privilegio per pochi. Per troppo tempo il sogno di diventare medico è stato ostacolato da quiz, costosi corsi privati e trasferimenti all’estero. Questo è stato il numero chiuso: un meccanismo che ha escluso più che valorizzato talenti, vocazioni e speranze». Bernini insiste: «Oggi scriviamo una pagina nuova. Con la riforma approvata in Consiglio dei ministri, dal prossimo anno accademico l’accesso a Medicina sarà finalmente aperto: niente test d’ingresso, ma un primo semestre libero, durante il quale si farà vera formazione universitaria».

Si parte quindi con un primo semestre cosiddetto filtro: l’iscrizione è aperta e in concomitanza il candidato si iscrive a un’altra facoltà affine, in cui verrà poi dirottato qualora non dovesse superare lo sbarramento alla fine del primo semestre. Quindi si procederà con una semplice iscrizione, aperta a tutti e gli studenti inizieranno il loro percorso di studi con tre materie fondamentali: chimica, fisica e biologia. Affronteranno gli esami di queste tre materie e saranno proprio gli esiti di queste prove a definire l’accesso al secondo semestre. Verrà formalizzata una graduatoria nazionale. «Tutto si svolgerà in maniera trasparente e meritocratica — ha spiegato la Ministra — tramite esami sulle competenze acquisite in aula, non più tramite test su domande generiche». Nel frattempo il ministero dell’università e della ricerca ha avviando un aumento di posti disponibili per le iscrizioni: secondo le previsioni infatti ci sarà un incremento «graduale e sostenibile» dei posti per medicina che, complessivamente, sarà di circa 30 mila a partire dal 2023 nell’arco dei successivi 7 anni, definito sempre sulla base dei “fabbisogni» del sistema sanitario. «Avviamo una nuova stagione per il diritto allo studio — ha aggiunto Bernini — con più posti disponibili e un rafforzamento concreto del nostro Sistema sanitario nazionale. Entro fine mese approveremo anche i decreti ministeriali con tutti i dettagli: dalle modalità di svolgimento degli esami all’erogazione della didattica sulla quale gli atenei avranno autonomia di scelta ma che sarà svolta sia in presenza che a distanza, per garantire inclusione e qualità. Ampliamo le opportunità, valorizziamo i talenti: questo è diritto allo studio, questo è credere nelle ambizioni e nei talenti degli studenti».

Lorena Loiacono

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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