Un video virale ha insinuato che basti cucire una zip in Italia su una borsa cinese da 20 dollari per venderla come “Made in Italy” a 2000. Il professor Fabio Bassan, esperto di diritto internazionale, spiega invece che la legge europea stabilisce criteri precisi: un prodotto può essere definito “Made in Italy” solo se ha subito in Italia una trasformazione sostanziale, economicamente giustificata e rilevante. Modifiche minime, come aggiungere una cerniera, non bastano. Inoltre, la legge italiana vieta pratiche ingannevoli che inducano il consumatore a credere falsamente nell’origine italiana del prodotto. Il “Made in Italy” differisce dal “100% Made in Italy”, che indica un’intera filiera produttiva italiana. Per riconoscere un vero prodotto italiano, è necessario essere consumatori consapevoli e informati, supportati da associazioni e normative volte a proteggere il valore e la trasparenza del marchio. Da 20 a 2000 euro: la borsa cinese diventa Made in Italy con una zip? Il giurista smonta il video virale
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