24.05.2025
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Politics

Ius scholae, Lollobrigida: «Lasciamo le regole attuali». Bonaccini: dialogo con FI


«Non è nel programma». O invece sì? Sulla cittadinanza ai figli degli stranieri, Forza Italia non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Lo dimostra la replica colpo su colpo di fronte di fronte alle frenate degli alleati. Prima il no del colonnello meloniano Tommaso Foti (lo ius scholae «non è una priorità» e soprattutto «non è nel programma», avverte il capogruppo di FdI alla Camera). Poi, dal Meeting di Rimini, un altro stop, stavolta dal titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Secondo cui in Italia «si diventa cittadini con regole che sono comuni a gran parte dei Paesi del mondo». E quelle regole, aggiunge Lollobrigida, «permettono tranquillamente di acquisire la cittadinanza». Non così per gli azzurri. Che tengono il punto e insistono sulla battaglia. Anche sui social.

È qui che i canali forzisti condividono due punti del programma del centrodestra vergato prima del voto, in cui ci si propone di «favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari» e garantire «flessibilità in uscita dal mondo del lavoro favorendo il ricambio generazionale». Due obiettivi per tener fede ai quali, constatano gli azzurri, bisogna allargare la cittadinanza: «Lo Ius scholae rappresenta lo strumento per mantenere queste promesse nei confronti degli elettori». Altro che «non è nel programma». Poi un altro post, stavolta su X e in risposta alla Lega, con una clip di Berlusconi in cui il Cav definisce «doveroso» dare la cittadinanza ai figli di stranieri che vivono in Italia e siano stati «allievi di un ciclo scolastico» che consenta loro di «parlare la nostra lingua» e «conoscere la nostra storia». Berlusconi «era favorevole» allo Ius scholae, twitta l’account azzurro: «Forza Italia continua coerentemente ad esserlo».

Il rilancio non passa inosservato. E la reazione del Carroccio non si fa attendere. Sferza Andrea Crippa, fedele al ruolo di “poliziotto cattivo” del Carroccio: «Ma gli elettori hanno votato Tajani e i suoi per governare con il centrodestra unito o per portare avanti i programmi del Pd e dei comunisti?». Irritati, i leghisti, dal fatto che l’argomento non sia ancora stato lasciato cadere. Tanto da paventare, con il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, il rischio tenuta della maggioranza. «Non c’è e non ci sarà alcuna instabilità di governo», rassicura invece l’azzurro Raffaele Nevi: «Basta offese a sproposito». Più caustica la ministra dell’Istruzione Anna Maria Bernini, «certa» che si troverà una conciliazione con gli alleati: «Noi abbiamo tanto ascoltato, quindi adesso siamo felici di poter essere ascoltati su un tema per noi cruciale». Quasi un avviso ai naviganti: ora tocca a noi.

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BOTTA E RISPOSTA

A proposito di immigrazione e diritti, intanto, da Rimini Lollobrigida rintuzza sulla Bossi-Fini, che «va cambiata», ma «fa sorridere quando alcuni che sono stati al governo fino a due anni fa parlano di una legge datata», che però «loro non hanno avuto il coraggio di cambiare». Stoccata diretta sia al Pd che a Forza Italia, al governo con Mario Draghi.

Un botta e risposta tutto interno alla maggioranza in cui provano a incunearsi i dem. «Se FI fa sul serio – avverte Stefano Bonaccini, anche lui ospite del palco di Cl – ci può essere una maggioranza trasversale in parlamento. Se quelle parole sono un’apertura vera ci si mette a sedere subito: noi del Pd – conferma il presidente dem – siamo pronti a discuterle immediatamente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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