22.05.2025
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Politics

Ius Scholae al centro del dibattito, le forze politiche si dividono: quali partiti lo sostengono?


Nel cuore del dibattito politico italiano torna a infiammarsi la questione dello Ius scholae, una proposta di legge che mira a garantire la cittadinanza ai minori stranieri che completano un percorso scolastico in Italia.

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Le forze politiche si trovano ora divise, e anche la maggioranza si è spaccata. Quali partiti sostengono Ius Scholae?

Fratelli d’Italia

«Ci sia consentito dire una cosa agli alleati: nel programma di governo non c’è questo argomento e non c’è neanche nei singoli programmi dei partiti» ha affermato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, secondo cui c’è «il fondato dubbio che questo sia un argomento speculare dell’opposizione per creare confusione nella maggioranza».Quella di Foti è una delle prime dichiarazioni pubbliche sul tema della cittadinanza da parte di esponenti di FdI. Al momento, tutto sembra avvolto in una certa cautela, e anche la premier Meloni non si è ancora pronunciata in modo chiaro sulla questione.

Forza italia

Il partito degli azzurri si apre alla ius scholae, di cui è attualmente uno dei principali promotori, un modello che, come sottolineato da Tajani, era già voluto da Berlusconi. In particolare, la proposta di Fi prevede il riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri che terminano un percorso di studi completo nel sistema scolastico nazionale, ovvero di dieci anni, anziché cinque. Questa proposta di legge dovrebbe essere presentata dal partito in Parlamento tra settembre e ottobre, ma la sua calendarizzazione non è prevista prima di gennaio o febbraio 2025. 

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Lega

No netto dalla Lega: il vicepremier Matteo Salvini ha infatti replicato che lo Ius scholae «non è una priorità, non è nell’agenda di governo».

Secondo il leader della Lega «siamo il Paese europeo che da anni dà più cittadinanza ai cittadini stranieri, quindi io ritengo assolutamente di buonsenso il compimento del diciottesimo anno e la conoscenza della lingua» come requisiti per ottenere la cittadinanza.

Partito democratico

Il Partito democratico spinge da sempre verso il modello Ius Soli, secondo cui chi nasce nel territorio di uno Stato ne ottiene automaticamente la cittadinanza. Questo sistema è adottato negli Stati Uniti, ma non è previsto in nessuno stato dell’Unione Europea nella sua forma pura. Francia, Germania e Gran Bretagna ne prevedono una forma «temprata».«Per noi chi nasce e cresce in Italia è da considerarsi italiano» ha affermato negli scorsi giorni la segretaria dem Elly Schlein.

Movimento 5 Stelle

Anche il Movimento 5 Stelle si schiera a favore dello ius scholae, sebbene storicamente abbia sempre sostenuto lo ius soli. Per i pentastellati, lo ius scholae rappresenta una soluzione di buon senso e un compromesso ragionevole, capace di superare le divisioni ideologiche e rispondere alle esigenze di migliaia di ragazzi che sono cresciuti e hanno studiato in Italia. Tuttavia, il Movimento 5 Stelle appoggia la versione che richiede solo 5 anni di scuola per ottenere la cittadinanza.

Avs e +Europa

Pollice alzato per lo Ius Scholae da Alleanza verdi e sinistra e +Europa: enrambi i partiti puntano sul criterio-chiave dei cinque anni di studio. «Lo Ius scholae rappresenta un atto di giustizia sociale e un avanzamento culturale e democratico che il nostro Paese non può più rimandare — ha affermato il leader di Avs Angelo Bonelli — Non possiamo continuare a ignorare le aspirazioni e i diritti di chi ha studiato, vissuto e costruito il proprio futuro in Italia. Il dibattito va portato avanti con serietà e responsabilità nelle aule parlamentari, dove ogni forza politica deve assumersi il proprio ruolo per garantire un futuro più inclusivo e giusto».

Azione e Italia Viva

Sulla stessa linea il leader di Azione Carlo Calenda e quello di Italia Viva Matteo Renzi che avevano proposto nel loro programma elettorale di concedere la cittadinanza italiana a chi ha frequentato «per almeno cinque anni un percorso di formazione in Italia e a tutti gli studenti stranieri che hanno svolto e completato gli studi universitari» nel nostro Paese. 

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